Terremoto in Marocco con una magnitudo di 6.8 e con l’epicentro situato vicino a Marrakech. La città è stata gravemente colpita, con danni estesi, vittime e una corsa contro il tempo per il soccorso.
Nella serata di ieri, 8 settembre, alle 22:45, un forte terremoto ha scosso il Marocco, lasciando dietro di sé una scia di distruzione e disperazione. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato una magnitudo di 6.8, con l’epicentro situato a circa 70 chilometri dalla città di Marrakech, a una profondità di 10 chilometri. Quella che sembrava una tranquilla serata si è trasformata in un incubo per molte famiglie.
Le conseguenze sono state immediate e devastanti. Le linee telefoniche e i collegamenti internet si sono interrotti, gettando gran parte della città nell’oscurità. Le prime immagini mostravano muri crollati e danni nella medina, la parte storica della città, mentre le persone cercavano disperatamente un rifugio sicuro. Il bilancio ufficiale provvisorio riporta almeno 820 morti, con vittime confermate in diverse province e prefetture, tra cui Al Haouz, Marrakech, Ouarzazate, Azilal, Chichaoua e Taroudant.
La scossa stessa è stata avvertita in un’ampia area, dalla capitale Rabat a sud fino a Casablanca, causando paura e panico. La terra ha tremato per circa 30 secondi, ma per molti sembrava un’eternità. Le abitazioni hanno ceduto, i minareti delle moschee sono crollati e le strade si sono aperte in crepe pericolose. Gli aeroporti sono stati chiusi, lasciando molti turisti bloccati nella zona.
I soccorritori, nonostante tutti gli sforzi, hanno faticato a raggiungere le aree più colpite a causa dei danni e dei blocchi lungo le strade. Gli ospedali di Marrakech sono stati messi in stato d’emergenza per fornire cure mediche a 329 feriti, di cui 51 sono in gravi condizioni. Il Centro Regionale Trasfusionale di Marrakech ha lanciato un appello urgente per le donazioni di sangue, evidenziando la necessità cruciale di aiuto.
Il terremoto in Marocco ha radici geologiche profonde. È avvenuto lungo la catena montuosa dell’Atlante, dove la spinta della placca africana verso quella europea ha generato un movimento di compressione. Questa zona è nota per la sua sismicità, e questo terremoto è stato paragonato a uno simile accaduto nel 1960 ad Agadir, nel sud del Marocco, che fece 15.000 vittime. La catena montuosa dell’Atlante è caratterizzata da un movimento di compressione nord-sud, risultante dalla spinta della placca africana verso il nord, interagendo con la placca europea.
La comunità internazionale ha risposto con solidarietà. Il portavoce di Antonio Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, ha offerto l’aiuto dell’ONU al governo marocchino in questo momento difficile. Anche l’Italia ha manifestato la sua vicinanza, con la premier Giorgia Meloni e il Ministro degli Esteri Antonio Tajani pronti a sostenere il Marocco in questa emergenza.
Le testimonianze delle persone colpite dal terremoto dipingono un quadro di paura e confusione. Molti sono stati costretti a cercare rifugio all’aperto, mentre edifici si muovevano pericolosamente intorno a loro. La città di Marrakech, con le sue storiche mura erette nel 1120, ha subito danni significativi, incluso il crollo di parte delle mura stesse.
Questo terremoto è un ricordo drammatico delle forze della natura e della vulnerabilità umana di fronte ad esse. Mentre il Marocco affronta questa tragedia, il mondo si unisce in solidarietà e sostegno, offrendo speranza e conforto alle persone colpite da questa terribile calamità. La strada per la ripresa sarà lunga e difficile, ma con la forza, la determinazione e l’aiuto internazionale, il Marocco potrà superare questa sfida e costruire un futuro più sicuro per tutti.