Haiti: il dramma di un Paese dimenticato da anni

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L’ultimo terremoto ad Haiti del 14 agosto scorso ha provocato la morte di circa duemila persone e danneggiato abitazioni e strutture ospedaliere già precarie. Haiti infatti è uno tra i Paesi più poveri del mondo.

La condizioni di vita della popolazione si sono aggravate progressivamente nell’ultimo decennio sia a causa dell’instabilità politica che dei numerosi disastri ambientali.

Il terremoto del 14 agosto 2021

Intorno alle 8:30 locali del 14 agosto scorso Haiti è stata colpita da un terremoto di magnitudo 7.2 con epicentro nella zona sud-occidentale del paese. Le operazioni di soccorso sono rese più complesse dalla presenza delle macerie, che rendono le strade impraticabili, ma soprattutto dal passaggio della tempesta tropicale Grace su Haiti.

La tempesta ha colpito le zone già interessate dal terremoto tra lunedì 16 e martedì 17 agosto. Ora prosegue il suo corso verso la Giamaica.

Il terremoto del 12 gennaio 2010

I danni causati dal terremoto ad Haiti di magnitudo 7.0 che il 12 gennaio 2010 devastò la capitale del paese, Port-au-Prince, sono tuttora incalcolabili. Le vittime furono circa duecentomila ma è difficile, se non impossibile, quantificarle in modo esatto.

A partire dagli ultimi mesi del 2010, gli haitiani dovettero fronteggiare un’epidemia di colera che provocò la morte di oltre diecimila persone. La responsabilità della diffusione della malattia è da attribuire alla presenza sull’isola degli operatori nepalesi impegnati nell’intervento umanitario dell’ONU. Le acque di scarico dell’accampamento nepalese defluivano infatti in un fiume poco distante, contaminandone le acque. I primi haitiani a contrarre la malattia furono, molto probabilmente, quelli che avevano utilizzato l’acqua del fiume per lavarsi o dissetarsi.

L’epidemia di colera rappresentò una sorta di conseguenza indiretta del terremoto, che si aggiunse e aggravò le già ingenti difficoltà sorte in seguito al 12 gennaio. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ammise la responsabilità dell’ONU nella diffusione del colera ad Haiti solo nel 2016, dopo anni passati a negare ogni accusa e ignorare le proteste degli haitiani.

Il terremoto ad Haiti di sabato scorso è stato più potente di quello del 2010, ma a differenza di quest’ultimo l’epicentro si è registrato in una zona meno popolata del paese. Per questo motivo i danni e il numero delle vittime sembrano essere più contenuti, al momento.

Oltre i disastri ambientali

Nel corso degli anni a causare delle vere e proprie emergenze umanitarie non sono stati solo i due terremoti. Le piogge torrenziali, le tempeste tropicali e i frequenti uragani che si abbattono molto spesso su Haiti hanno causato morti, dispersi ma  soprattutto migliaia di sfollati.

La notizia dei disastri ambientali che negli ultimi giorni hanno messo in ginocchio Haiti si inserisce in un contesto di grave instabilità politica. A inizio anno la popolazione è scesa nelle strade per protestare contro il Presidente Jovenel Moise, accusato di voler instaurare una dittatura. Moise è stato assassinato lo scorso 7 luglio da un gruppo di uomini non identificati, forse appoggiati da alcuni haitiani.

Il terremoto, epilogo di una lunga serie di drammatici eventi, arriva in un momento storico in cui le pagine dei giornali e il dibattito politico sono inevitabilmente concentrati su quanto sta accadendo in Afghanistan. Questo rende più difficile far partire la macchina della solidarietà internazionale e delle raccolte fondi, che spesso ricevono grande impulso soprattutto dai social network. Tuttavia, alcuni paesi tra cui Repubblica Dominicana e Cuba si sono resi disponibili a inviare cibo, medicine e operatori sanitari ad Haiti.

 

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