Terre rare. Il mercato sempre più in crescita nella svolta tecnologica

Terre rare

Dagli smartphone alle pale eoliche. Cosa sono le terre rare?

Se vi state chiedendo da dove provengano i materiali dei nostri familiari smartphone o delle pale eoliche che vi capita di incrociare, bisogna dare uno sguardo alle preziose “terre rare”. Si tratta di 17 metalli classificati in base al loro peso atomico. Lantanio, Terbio, Disprosio ed Europio sono solo alcuni dei particolari nomi dei materiali più utilizzati per dispositivi hi-tech. Tuttavia, ottenere questi elementi risulta sempre più difficile. L’impiego dei raw materials è diventato fondamentale per le nuove tecnologie, specie nella realizzazione di magneti e componenti chiave dei nostri pc, smartphone o pannelli solari. Senza contare il loro utilizzo nella fabbricazione di jet da guerra e altre apparecchiature  da combattimento. Sebbene da un lato questi elementi trovino sempre maggior domanda, dall’altro il costo della loro estrazione è aumentato a dismisura tanto da fruttargli il soprannome di elementi rari.



Negli ultimi anni, attorno a questo ricco mercato, i governi hanno spesso dovuto adottare misure per cercare di ottenere il controllo delle materie minerarie. La corsa ai metalli rari, infatti, ha aperto nuovi scenari nella fase di transizione energetica. Uno studio del 2017 della Banca Mondiale  ha rilevato che le tecnologe verdi hanno di fatto una componente intensa di risorse minerarie rispetto ai sistemi energetici basati su combustibili fossili.

La corsa alle terre rare tra Cina e USA.

Strategici e vitali per la svolta industriale, le “terre rare” si sono imposte nel mercato anche dopo la crisi pandemica che ha messo in ginocchio tutti gli altri settori energetici. Nel panorama dell’industria hi-tech, la Cina ha assunto da subito un ruolo di primo piano. Già nei primi anni 70′, il governo di Pechino aveva cominciato ad incoraggiare la lavorazione delle terre rare. A Bayan Obo, nella provincia di Baotou, situata nella Mongolia interna, sono stati scoperti ricchi giacimenti di cobalto e litio. Anche in USA e nelle regioni centrali dell’Australia hanno cominciato ad aumentare la produzione dei metalli rari. Tutto ciò ha spinto la Cina ad incrementare l’esportazione ed assicurarsi il controllo delle principali industrie energetiche come l’acquisto della Magnequench, ex filiale di Generals Motor. Non sorprende di certo se, dopo una serie di politiche e misure ad hoc come la legge entrata in vigore lo scorso dicembre che stabiliva particolari limiti di esportazione, la Cina si sia assicurata circa l’80% della produzione delle terre rare.

Terre rare e l’impatto ambientale. E’ già allarme in Cina

Nelle regioni della Cina meridionale, si registra un elevato sfruttamento delle terre rare. In particolare nella contea di Changting, l’estrazione intensiva di questi elementi ha provocato l’erosione del sottosuolo e l’inquinamento in tutta l’area circostante. Le ricerche hanno registrato una elevata concentrazione nelle risaie di metalli pesanti che hanno modificato le condizioni del terreno. Il governo cinese ha annunciato di voler farsi carico del problema adottando misure specifiche contro i buisness illegali maggiormente responsabili dell’inquinamento del suolo. Anche gli stessi Stati Uniti dovranno gestire l’impatto che hanno queste estrazioni minerarie. In questa corsa allo sviluppo industriale, i governi dovranno fare i conti anche con il rischio di una crisi ambientale.

Valerio Caccavale

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