È uscito l’11 Maggio 2017 il nuovo di libro di Milena Agus, “Terre promesse“, e, dopo una lettura appassionata, possiamo recensire questa sorprendente opera. Si tratta di un romanzo autobiografico che racconta fatti coinvolgenti tre generazioni diverse in contesti distanti tra loro, come la Sardegna, Genova, Milano giungendo fino agli Stati Uniti.
Milena è nata a Genova nel 1955 da genitori sardi. Attualmente vive a Cagliari dove insegna italiano e storia presso il liceo artistico “Foiso Fois”. È un’ autrice affermata nel panorama letterario ed è divenuta nota presso il grande pubblico, nazionale e internazionale, grazie alla sua opera più famosa “Mal di pietre“, tradotta in cinque lingue e finalista ai premi “Campiello” e “Strega“.
“Terre promesse”, edito da “Nottetempo“, segue tre filoni storici principali che, per semplicità, chiameremo “Generazioni“.
Ester arrivò senza fiato e insieme al treno. Ma non
si avvicinò al gruppo, perché al posto di Raffaele, il
suo fidanzato, dal vagone scese un uomo gonfio, quasi
senza capelli e vestito di una ridicola tuta verde.
I generazione. Il romanzo comincia con Ester, una ragazza che vive in un periodo difficile. Siamo, infatti, all’epilogo della Seconda Guerra Mondiale quando, in un piccolo paese del Campidano, apprende il rientro del proprio fidanzato. Lei desidera ardentemente abbandonare la propria terra natale per vivere in un posto che le garantisca maggiori opportunità. Una volta trasferitasi a Genova, e poi a Milano, però, si fa spazio nel suo cuore una forte nostalgia per la Sardegna. Dunque, insieme al marito, anche in seguito alla nascita della figlia Felicita, decide di tornare nel proprio paese d’origine.
Ma Felicita era sicura: la nonna aveva capito che la terra promessa non era poi così distante dal posto in cui aveva vissuto tutta la vita…
II generazione. La protagonista della storia è Felicita, figlia di Ester, una ragazza spensierata che presto si innamora di un ragazzo del suo stesso paese, Pietro Maria. I due, tra le opinioni contrastanti delle rispettive famiglie, si frequentano alternando momenti di forte passione a momenti di incomprensione. Felicita è molto decisa a intraprendere una relazione più seria, mentre Pietro Maria appare sempre indifferente nei suoi riguardi. Lei scopre, però, di essere in attesa e, da qui, anche considerando la forte indecisione del suo amato, sceglie di rinunciare a un matrimonio riparatore per crescere in solitudine il proprio figlio, Gregorio.
Chi non ha abitato con un musicista non potrà mai capire quanto anche la casa più povera si trasformi e si sollevi da terra per viaggiare come un astronave verso il mondo perfetto, con la musica.
III generazione. Arriviamo, dunque, alla terza parte del romanzo. Gregorio mostra fin da subito un’indole vivace e, a tratti, irrequieta. La sola cosa in grado di calmarlo è la musica. Il ragazzo mostra doti straordinarie quando ha tra le mani il suo pianoforte e, questa sua innata capacità, lo porterà fin oltre l’oceano, in quella che si potrebbe definire la sua “terra promessa”, New York.
Milena Agus ci guida attraverso le diverse vicende con una scrittura caratterizzata da una piacevole chiarezza. Il suo è uno stile crudo capace di evocare forti emozioni, come la sofferenza per un amore non corrisposto o il desiderio di riscatto.
Felicita, il fulcro attorno al quale ruotano gli ingranaggi del racconto, è un personaggio che rimane impresso nella memoria. La sua è una ricerca senza sosta che, a dispetto delle critiche e delle avversità, la porterà a superare i propri limiti. Una storia ricca di emozioni, spunti di riflessione e insegnamenti dei quali, una volta indagati e interiorizzati, non si potrà più fare a meno. “Terre promesse” è un piccolo capolavoro letterario.
Giuseppe Bua