Ad essere riportato in vita, grazie ad un finanziamento effettuato dalla nota Maison, uno dei mosaici policromi pavimentali in marmo più antichi della palestra occidentale delle Terme di Caracalla.
La restaurazione è stata possibile grazie alla collaborazione tra il Soprintendente speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, Francesco Prosperetti, e l’Amministratore Delegato della nota casa di gioielli Bulgari, Jean Christophe Babin.
Era da ben 40 anni che questi mosaici pavimentali erano negati allo sguardo e all’ammirazione dei visitatori in quanto coperti e tenuti letteralmente nascosti da terra e tessuti per cercare di proteggerli dal degrado.
Il restauro per portare questa opera d’arte al suo antico e originario splendore è stato molto lungo e impegnativo. I soldi investiti da parte della Maison sono stati 50mila euro. I lavori sono cominciati a partire dalla fine del 2015 da parte delle curatrici Marina Piranomonte e Anna Borzomati e sono durati circa sette mesi. Diverse sono state le operazioni effettuate sul mosaico: dopo una pulitura preliminare della pavimentazione, sono stati effettuati degli interventi mirati al consolidamento strutturale del piano del mosaico. A terminare, una pulitura conclusiva completata dalla stesura di un velo protettivo.
Il risultato di questo progetto così ambizioso e impegnativo è stato straordinario. Per la Maison questo lavoro non è possibile “definirlo” come un semplice restauro, ma qualcosa di molto di più. Un vero ringraziamento ad un luogo “sacro” per Bulgari il quale è stato vera e propria fonte d’ispirazione per la creazione di una delle collezioni di gioielli più importanti della Casa, la Diva’s Dream. Una linea che ha avuto un successo mondiale assoluto, ispirata proprio ai mosaici geometrici colorati e a sagoma di ventaglio delle Terme di Caracalla.
Un ringraziamento che non è terminato solo con questo dono da parte della Maison. L’Amministratore Delegato Jean Christophe Babin, infatti, ha annunciato che saranno finanziati anche altri lavori per poter portare alla luce anche quella parte dei mosaici ancora non restaurata.
Giulia Simeone