Arriva dalla Washington State University il primo studio approfondito che si proponeva di studiare la reale efficacia della terapia con oppioidi nel trattamento del dolore cronico non relativo al cancro. Il responso dello studio pubblicato su PAIN è stato che non aiutano affatto, nel migliore dei casi sono inutili, ma potrebbero persino peggiorare la situazione.
Lo studio è stato condotto su 551 veterani in cura con oppioidi per lungo tempo e che avevano interrotto la terapia da almeno un anno.
Le diagnosi per cui erano trattati erano così suddivise: 87% dolore cronico musculoscheletrico, il 6% dolore neuropatico e l’11% con mal di testa (inclusa emicrania). I pazienti dovevano dare una valutazione del loro dolore da 1 a 10 nell’arco di 2 anni, da un anno prima di interrompere i farmaci oppioidi a un anno dopo.
Mentre l’intensità del dolore variava largamente da paziente a paziente, cioè nel campione erano rappresentati tutti i livelli di dolore, il risultato è stato comune e trasversale, la sospensione degli oppioidi non ha aumentato il dolore, anzi in alcuni casi, quelli con dolore più lieve, è stato registrato un miglioramento del sintomo subito dopo la sospensione.
Adesso il prossimo passo per i ricercatori sarà suddividere i pazienti a seconda dell’entità del miglioramento dei sintomi dopo lo stop agli oppioidi, trovare le caratteristiche comuni a ciascun gruppo per cercare di capire quali meccanismi fisiologici siano al lavoro nelle diverse reazioni. L’autore principale dello studio il professor Sterling McPherson però sostiene che già questo primo risultato dimostra che la terapia con oppioidi a lungo termine per certi tipi di dolore cronico non porta benefici ed andrebbe riconsiderata a favore di farmaci più sicuri, perché la molla che aveva spinto a questa indagine è che i farmaci oppioidi sono molto pericolosi, ogni anno negli USA le morti per overdose da farmaci contro il dolore sono decine di migliaia, nel 2016 sono state 63.600 e di queste ben 42.249 dovute a farmaci oppioidi, di pari passo con la crescita esponenziale che si è avuta nell’impiego di questi farmaci dall’inizio degli anni ’90 al 2012.
Roberto Todini