Nel Mar Baltico, le escandescenze tra Svezia e Russia s’infiammano. E’ l’isola di Gotland a essere al centro del conflitto.
Le tensioni tra Svezia e Russia sono di lunga durata. I due paesi giocano a braccio di ferro ormai da diversi anni. Tuttavia, da settembre 2020 le circostanze sono andate talmente peggiorando, che la situazione potrebbe diventare insostenibile. Il ministro della difesa svedese, Peter Hultqvist, infatti, ha presentato un nuovo disegno di legge per aumentare la potenza militare del paese, dichiarando che “non si può escludere un attacco armato contro la Svezia” (da parte della Russia).
La causa scatenante delle diatribe è l’isola di Gotland, avamposto strategico svedese, a 140km dall’enclave russa di Kaliningrad: tra fine agosto e inizio settembre 2020, la Svezia ha mobilitato carri armati e caccia per difendere il territorio dalla prepotenza russa.
Tensione tra Svezia e Russia: i retroscena
L’isola di Gotland è situata nel mezzo del Mar Baltico, proprio di fronte la penisola Scandinava, in un sito ideale per la difesa del territorio e per il commercio marittimo. Nel 2005 il governo svedese aveva smantellato l’apparato militare dell’isola, ritenendolo una spesa non più necessaria. Tuttavia, a seguito dell’aggressività del Cremlino contro la Crimea nel 2014, e delle spinte sempre più bellicose nei confronti della Bielorussia, dal 2016 il governo svedese ha deciso di ristabilire nell’isola una milizia permanente.
Come testimonianza della propria prontezza d’intervento a possibili conflitti, il governo svedese, nel 2018 ha inviato ai cittadini un opuscolo di venti pagine per preparare la popolazione ad affrontare eventuali situazioni d’emergenza. Un manuale del genere era stato distribuito solamente nel 1961, in piena Guerra Fredda.
La Svezia non vuole farsi cogliere alla sprovvista
L’aumento della potenza militare della Svezia, tra il 2015 e il 2016, come precauzione contro la Russia, ha inviato a tutta Europa un chiaro segnale. Infatti, nonostante non faccia parte della Nato, attualmente è uno dei paesi che collabora maggiormente con l’organizzazione, cosa che sicuramente spiace al Cremlino.
Il 15 ottobre 2020 la Svezia ha annunciato che intende aumentare ulteriormente la spesa militare del 40% per i prossimi cinque anni (dal 2021 al 2025), e di raddoppiare il numero di arruolati: per il paese sarà la più grande espansione militare degli ultimi Settant’anni.
Peter Hultqvist ha affermato che la nuova proposta di legge è “una conseguenza delle azioni della Russia”. Ha sostenuto:
Abbiamo una situazione in cui la vicina Russia è disposta a utilizzare mezzi militari per raggiungere i propri obiettivi politici. Sulla base di ciò, abbiamo una nuova situazione di sicurezza geopolitica da affrontare.
L’intento, dunque, è quello di non farsi cogliere impreparati e di mostrare all’ex impero sovietico la propria sovranità, con un aumento della spesa militare di circa 2,5 miliardi. Il frettoloso programma di riarmo consentirà alla Svezia di aumentare il personale militare dalle 60.000 unità attuali, alle 90.000 unità e di acquisire sottomarini e artiglieria all’avanguardia.
Sembra una vera e propria corsa agli armamenti per contrastare un (improbabile?) invasione russa. La proposta di legge, inoltre, afferma che in caso d’attacco, il governo può autorizzare assalti contro obiettivi civili e militari strategici, per sabotaggi e “liquidazione di persone chiave”. Dunque, più che tensioni tra Svezia e Russia, si potrebbe parlare di guerriglia.
Un programma del genere, presupporrebbe una guerra imminente. Hultqvist ha, inoltre, affermato che l’isola di Gotland è importante per tutta l’Europa e che, dunque, la Svezia vuole lanciare un “segnale di sicurezza“.
Politica del terrore o di difesa?
Le tensioni tra Svezia e Russia lasciano presupporre venti di guerra. Nell’epoca attuale, molti Stati stanno tentando d’intercettare e valutare la potenza militare di alleati e nemici, ma solo la Svezia si è concretamente mobilitata, pronta a ogni eventualità.
Sono anni che la Russia non nasconde la sua politica estremamente aggressiva, né i continui conflitti con la Nato. La politica del terrore del Cremlino, criticata anche da molti attivisti russi, di certo non gode di alcuna simpatia da parte dell’Unione, ma Putin continua imperterrito con continue violazioni, come se fosse consapevole di essere inarrestabile.
La Svezia, essendo la prima potenza sovrana che potrebbe essere accerchiata in caso d’espansione russa, non vuole correre alcun rischio e, a ben vedere, Gotland è davvero un sito economicamente e politicamente strategico per tutta Europa.
Di certo, se anche altri paesi europei seguissero l’esempio della Svezia e optassero per la medesima corsa agli armamenti, le tensioni non farebbero che aumentare e peggiorare. Un politica di difesa potrebbe essere interpretata come dimostrazione di forza e scatenare conseguenze che sarebbero, senza dubbio, assai gravi.
L’Europa (e sopratutto Svezia, in questo caso) contro Russia, è un cliché già pericolosamente conosciuto. Il territorio europeo non può, e non deve, essere teatro di nuovi conflitti. A chi gioverebbe?
Antonia Galise