La Stethem punta Triton
Attimi di tensione fra Stati Uniti e Cina ad oriente. Nella giornata di ieri, il cacciatorpediniere americano Uss Stethem si è avvicinato alla piccola Triton, isola artificiale contesa fra Cina, Taiwan e Vietnam. Nel punto di massimo avvicinamento l’imbarcazione distava solo 12 miglia marina dalla costa. All’avviso della autorità pechinesi, il blitz della Stethem violerebbe la sicurezza nazionale. Tale posizione è stata affermata con forza dal ministro degli Esteri cinese Wang Yi, secondo il quale la nave USA avrebbe compiuto un ingresso non autorizzato nel territorio nazionale. Anche il portavoce del governo Lu Kang ha fermamente bocciato l’accaduto, ritenendo che gli USA dovrebbe immediatamente stoppare ogni tipo di azione provocatoria che potrebbe violare la sovranità dello stato cinese.
Per gli USA è ”passaggio innocente”
Quella che ai cinesi è parsa a tutti gli effetti una provocazione in piena regola, è destinata a lasciare strascichi, anche perché porterà con sé un inevitabile calo della fiducia fra le parti, opinione avanzata anche dal ministro della Difesa cinese: «La condotta degli USA danneggia seriamente la fiducia strategica fra le due parti e l’atmosfera politica attorno allo sviluppo delle relazioni militari fra Cina e Stati Uniti». Per ora la miccia non si è accesa, ma la situazione presenta più di una criticità. Secondo il Wall Street Journal un’operazione di questo tipo è stata pianificata con largo anticipo (settimane, se non mesi) al fine di difendere la libertà di navigazione senza preavviso in quell’area. Gli USA avrebbero rivendicato il ”diritto di passaggio innocente”, terminologia che si utilizza quando una nave passa per acque territoriali eseguendo esercitazioni di routine.
Contatto Trump-Xi
Della faccenda hanno discusso Donald Trump e Xi Jinping. Il presidente americano è stato ammonito dall’omologo sui ”fattori negativi” emersi nelle relazioni bilaterali in seguito all’avvicinamento della nave all’isola. Il contatto telefonico fra le parti, avvenuto nella mattinata, arriva in seguito ad un periodo abbastanza travagliato, nel quale diverse azioni americane hanno provocato scontento nell’amministrazione cinese. Fra di esse spiccano la vendita di armi americane a Taiwan per un valore di 1.4 miliardi di dollari e le sanzioni imposte ad una banca cinese per aver avuto relazioni economiche con la Corea del Nord.
Secondo l’agenzia ufficiale Xinhua, nel contatto telefonico Jinping ha auspicato una gestione appropriata della questione Taiwan. Questa è legata all’adesione degli USA al principio dell’Unica Cina, oggetto dei documenti che hanno permesso di riaprire i contatti fra americani e cinesi nel 1979. Nella corso della conversazione con Trump, Xi sarebbe risultato piuttosto scocciato del trasferimento di armi verso Taipei, ma avrebbe comunque ribadito la volontà di mantenere l’impegno congiunto al fine di denuclearizzare la Corea del Nord. Il Financial Times riporta che secondo alcuni analisti cinesi questa serie di eventi avrebbe portato alla fine della luna di miele fra Xi e Trump, iniziata nel corso del meeting tenutosi ad aprile nella proprietà di Trump a Mar-a-Lago. Questa non è un’ipotesi priva di fondamento, ma al momento resta tale, al di là delle scaramucce reciproche.
Un territorio conteso
Triton si trova all’interno dell’arcipelago delle Paracel, una manciata di isole a sud della Cina e non molto distanti dalle coste vietnamite. A partire dal 1974 la sovranità sull’arcipelago spetta alla Cina. Allora l’esercito costrinse la marina del Vietnam del Sud ad abbandonare le sue posizioni. Ora Il piccolo territorio di Triton è strategico sia dal punto di vista delle risorse energetiche-minerarie, sia dei traffici commerciali e per questo è oggetto del contendere fra Cina, Taiwan e Vietnam.
Fabio Ravera