Una crescente tensione tra Iran e Israele: timori di un possibile attacco imminente
Le recenti tensioni nel Medio Oriente raggiungono un nuovo picco di preoccupazione, alimentate da crescenti segnali di una possibile escalation tra Iran e Israele. Già da prima poco alleate l’una all’altra, i rapporti tra Israele e l’Iran sono sempre più incrinati, sopratutto dopo il bombardamento israeliano contro l’ambasciata iraniana a Damasco. Ci sono tante speculazioni, ad oggi, circa le potenziali conseguenze della tensione tra Iran e Israele.
Molti sono i media che infatti hanno parlato di un possibile attacco odierno, o entro le 24 ore da oggi: l’Iran potrebbe sferrare più di 100 droni e decine di missili contro Tel Aviv in un attacco diretto allo Stato sionista. Rimangono però solo supposizioni riguardo la tensione tra Iran e Israele: molti media parlano addirittura di contatti tra l’Iran e la CIA, per non aggravare la guerra in Medio Oriente.
Le minacce di ritorsione iraniana
L’escalation violenta della tensione tra Iran e Israele si è acuita nel momento in cui un bombardamento israeliano ha ucciso il generale delle Guardie rivoluzionarie iraniane Mohammad Reza Zahedi in Siria, l’Iran ha promesso una “retaliazione severa”. Le voci di un attacco imminente contro Israele si sono intensificate negli ultimi giorni, con fonti sia statunitensi che iraniane che avvertono della possibilità di un attacco entro le prossime 24-48 ore.
Lo scorso primo aprile infatti, l’aviazione israeliana ha colpito la sede diplomatica iraniana uccidendo una decina di persone: tra questi, vi erano sette Guardiani della Rivoluzione iraniana, tra cui proprio Mohammad Reza Zahedi.
La potenziale area di conflitto
Un possibile attacco dell’Iran contro Israele suscita preoccupazioni per le conseguenze su vasta scala nella regione. Con l’invasione israeliana in corso nella Striscia di Gaza e le tensioni con il gruppo libanese degli Hezbollah, sostenuto dall’Iran, un attacco diretto potrebbe destabilizzare ulteriormente la regione.
Davanti a questo scenario di sempre più alta tensione tra Iran e Israele, il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha preso parola, annunciando “un’appropriata risposta di Israele nel caso in cui ci fosse un attacco dell’Iran”. L’esternazione del ministro è stata resa nota dalla telefonata con il capo del Pentagono Austin, che non ha mancato di rimarcare il pieno sostegno americano nei confronti di Israele.
Le dichiarazioni ufficiali da entrambe le parti non fanno che alimentare i timori, spostando anche l’attenzione sul genocidio perpetrato da Israele che è ancora in corso e in nessuna fase di risoluzione. Il presidente americano Joe Biden ha inviato il suo generale più importante in Medio Oriente in Israele per coordinare possibili risposte, mentre il primo ministro israeliano Netanyahu ha dichiarato la prontezza del suo paese a rispondere con forza a qualsiasi attacco.
Intanto, l’intero blocco occidentale ha invitato i cittadini a non spostarsi verso il Medio Oriente o l’Europa Orientale, attraverso barocchi discorsi atti ad aumentare il terrore nei cittadini.
Le speculazioni sulle possibili modalità di attacco nell’alta tensione tra Iran e Israele
Si discute ampiamente su dove e come potrebbe avvenire un attacco iraniano contro Israele. Le opzioni vanno dal territorio israeliano stesso alle ambasciate israeliane all’estero, fino a territori controversi come il Golan.
L’Iran è attualmente al crocevia, valutando attentamente le implicazioni politiche e militari di un attacco diretto contro Israele. Una tale mossa potrebbe portare a una vasta escalation, coinvolgendo anche gli Stati Uniti. Gli Stati Uniti sono infatti al centro della tensione tra Iran e Israele e hanno, intanto, adottato misure di sicurezza, limitando gli spostamenti del personale delle loro sedi diplomatiche in Israele. Anche le compagnie aeree internazionali, come la Lufthansa, stanno prendendo precauzioni, sospendendo i voli per Teheran.
Nonostante tutto però, sappiamo bene che i piani di eventuali attacchi sono altamente segreti e non ci si può soffermare su affermazioni fin troppo vaghe e imprecise dei media – in particolare modo, quelli occidentali. Sicuramente, è certo che nella tensione tra Iran e Israele ci sono anche gli USA, intervenuti in vari colloqui con Teheran.
Le sfide diplomatiche e le possibili soluzioni: un cessate il fuoco che non sembra essere la priorità
Mentre si discute sulle possibili ritorsioni, il ministro degli Esteri iraniano si prepara a recarsi a New York per una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sulla Palestina. Alcuni suggeriscono che un cessate il fuoco a Gaza potrebbe essere una via per ridurre le tensioni.
In un momento di crescente incertezza, la comunità internazionale osserva con apprensione lo sviluppo degli eventi nel Medio Oriente. Mentre si spera in una risoluzione pacifica, i timori di un conflitto armato rimangono estremamente alti. Intanto, la situazione rimarrà fortemente precaria almeno fino al 18 aprile, in cui si svolgerà la riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Ma la storia si ripete, mentre il mondo “democratico” si contende il potere commerciale, diplomatico e ideologico, si sta macchiando ogni giorno sempre più del sangue degli innocenti.