Sperare di ottenere un contratto a tempo indeterminato è il sogno di molte persone, soprattutto delle donne che vogliono diventare mamme. Sì, perché rimanere incinta è, oggi, causa di disoccupazione, ma non per tutte le realtà lavorative.
Il fatto
Delia Barzotti, dipendente da un anno presso la Cpi – Eng, un’azienda di Trieste di ingegneria e progettazione meccanica, rimane incinta. Il pericolo del licenziamento è dietro l’angolo, invece succede qualcosa di molto diverso. La donna, infatti, dichiara:
Quando ho detto al mio capo di essere incinta, mi ha offerto il tempo indeterminato
Non solo, la ditta ha uno spazio dedicato ai bimbi e un’educatrice a disposizione. Gli orari, inoltre, sono flessibili. Delia Barzotti, infatti, all’interno dell’azienda lavora per due giorni alla settimana nello spazio condiviso pensato dalla Cpi – Eng. Da lì può lavorare e tenere sotto controllo la bambina.
Oltre al contratto a tempo indeterminato, la donna ha ottenuto un aumento. Il proprietario dell’aziende dei sogni, Christian Bracich, quindi, non appoggia la legge nazionale che consente il licenziamento in stato di gravidanza.
Rimanere incinta è causa di licenziamento?
Aveva fatto discutere non poco la sentenza della Corte di Giustizia che aveva legittimato il licenziamento di una donna in stato di gravidanza in Spagna. Perché la legge nazionale lo consente: una procedura di licenziamento collettivo non è contraria al diritto comunitario.
Ma per fortuna siamo in Italia dove, anche in caso di procedura collettiva, non è ammesso il licenziamento della lavoratrice madre.
Ed è proprio a questa filosofia che crede il titolare della Cpi che ha premiato la gravidanza della donna con un contratto a tempo indeterminato.
L’azienda è fatta di persone, non di numeri. Se una persona è valida, va valorizzata
Completamente diversa dalla filosofia dei titolari di una ditta artigiana di Treviso che lasciarono senza parole una loro dipendente. Quando questa annunciò di essere incinta, infatti, la risposta fu glaciale: o la ragazza trovava una sostituta o poteva andarsene.
Il caso di Delia Barzotti dovrebbe essere la regola e non l’eccezione. Una donna, infatti, non può privarsi della gioia di diventare mamma solo per la paura di perdere il lavoro. Ma purtroppo così non è.
Elena Carletti