Nel vasto teatro cosmico, si dipana un’intricata danza di energie e fenomeni straordinari. In mezzo a questa coreografia celeste, emerge l’eccezionale fenomeno della Tempesta solare “cannibale”, un evento che sconvolge e trasforma le prospettive del nostro pianeta nel suo incontro con le sfere energetiche solari.
Nel fitto racconto degli eventi celesti, il 1° dicembre 2023 segnerà un capitolo cruciale: la Terra, in un’insolita danza cosmica, sarà investita da una tempesta geomagnetica di potenza “forte”, classificata come classe G3 dallo Space Weather Prediction Center (SWPC) del NOAA, l’agenzia climatica statunitense. Questa tempesta, definita dalla NASA “cannibale”, è frutto di un’inusuale concatenazione di avvenimenti solari.
Il suo nascere è riconducibile a un’espulsione di particelle ad alta energia dall’alta atmosfera del Sole, avvenuta il 29 novembre 2023, con l’eccezionalità di inglobare ben tre emissioni solari risalenti al 28 novembre. Il rimescolamento di questi flussi energetici di particelle ha radicalmente trasformato l’andamento della tempesta solare in avvicinamento alla Terra, spingendo lo SWPC a rivedere al rialzo l’intensità della sua potenza da “moderata” a “forte”.
Le conseguenze di tale impatto solare si preannunciano spettacolari: nelle zone del globo immerse nell’oscurità notturna, si prevedono intense aurore boreali alle alte latitudini, mentre per le latitudini meno elevate, immerse ancora nell’oscurità, potrebbero manifestarsi aurore rosse, simili a quelle osservate in Italia nel settembre 2023, o persino la comparsa di archi aurorali stabili, già contemplati nei cieli italiani a novembre 2023.
Il sole, fonte di vita e di energia, può accumulare nei suoi punti più vulnerabili considerevoli quantità di energia, che, a un certo punto, si riversano nell’universo con una potenza equiparabile a quella dei terremoti. Questa liberazione energetica si manifesta attraverso brillamenti solari, manifestazioni di radiazioni ad altissima energia, e talvolta, con violente espulsioni di plasma dalla corona, la regione più esterna dell’atmosfera solare. Quando queste espulsioni si dirigono verso la Terra, scatenano tempeste solari e aurore polari.
Il fenomeno diventa ancor più straordinario quando si assiste all’interazione di espulsioni coronali multiple, ravvicinate nel tempo e dirette verso un unico bersaglio. Se l’ultima espulsione si muove con maggiore velocità rispetto alle precedenti, può raggiungerle e confluire in esse, formando così quello che la NASA ha definito “tempesta solare cannibale”. Questo tipo di tempesta, sebbene più intenso, diventa anche più complesso e imprevedibile, poiché la quantità di particelle cariche che raggiunge la Terra aumenta notevolmente. Il risultato? Tempeste geomagnetiche più violente e prolungate, disturbando la magnetosfera terrestre.
La tempesta solare prossima all’approdo terrestre trova origine nella regione attiva solare denominata AR 3500, dove è stato rilevato un brillamento di classe X, il più intenso. Tale esplosione ha intercettato quelle precedenti, derivanti da brillamenti di classe M, la seconda per intensità. In assenza di questo processo di “cannibalismo”, la tempesta solare che colpirà la Terra sarebbe stata catalogata come classe G2, ossia “moderata”, seguendo la classificazione ufficiale del NOAA. Ma con la fusione delle energie solari, il disturbo magnetico previsto sarà di classe G3, definibile come “forte”.
Le similitudini con gli eventi dell’5 novembre 2023, quando in Italia furono osservati archi aurorali stabili scambiati per aurore boreali, si fanno evidenti. Gli effetti previsti, anche questa volta, sono molteplici:
– possibili interferenze nelle comunicazioni radio e GPS, soprattutto a elevate latitudini;
– spettacolari manifestazioni di aurore polari visibili fino a latitudini inusuali (circa 50°);
– la possibilità di fenomeni come archi aurorali stabili a latitudini inferiori.
Tuttavia, non ci sono attese di danni gravi, che richiederebbero una tempesta solare di classe G4 (“severa”) o G5 (“estrema”), nettamente più potente di quella attesa in questo momento.
Per gli osservatori in Italia, l’avvistamento di aurore o altri fenomeni risulterà ostacolato dal fatto che la tempesta colpirà la Terra mentre il nostro Paese sarà illuminato dalla luce solare. Resta comunque aperta la possibilità di luci o bagliori visibili in seguito al tramonto.
Il ciclo tempestoso del Sole, con la sua imprevedibilità e potenza, ci ricorda la nostra vulnerabilità nel vasto teatro dell’universo, invitandoci a contemplare, con umiltà, la maestosità e l’imprevedibilità della natura cosmica che ci circonda.