Televisione: la violenza come tentativo di censura

Le Iene e Striscia la Notizia testimoniano sempre più spesso quanto sia difficile far trasparire la verità in televisione.

Oggi la televisione sembra essere diventata un mero strumento di intrattenimento, dove persino i dibattiti politici vengono presentati come degli show inconsistenti.
Sempre più carica di pubblicità e promozioni di vario genere, la televisione diventa sempre meno una finestra sul mondo e costituisce sempre più uno schermo illusorio.

Orticalab.it
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Benché questo apparecchio venga usato sempre più come “plasmatore” di pensieri, vi sono ancora alcuni programmi che cercano di andare oltre la superficie e mostrare ciò che realmente ci circonda. Striscia la Notizia e Le Iene sono due programmi che da circa vent’anni portano nelle case di tutti noi piccole grandi verità su svariati argomenti, dalla politica a questioni di portata internazionale, dalla truffa all’attualità.

Durante i servizi è capitato spesso di vedere gli inviati attaccati, verbalmente e fisicamente, da chi ovviamente non gradisce che le proprie “azioni losche” vengano messe in primo piano.
Questi episodi di violenza sono piuttosto frequenti, uno degli ultimi riguarda Nadia Toffa delle Iene. L’inviata, durante un’intervista “a sorpresa” ad Eleonora Brigliadori, viene visibilmente colpita di proposito dalla Brigliadori. Un atto gravissimo che non può in alcun modo essere giustificato.

Un episodio analogo viene riportato da Luca Abete, inviato di Striscia la Notizia. Abete pubblica un post su Facebook in cui mostra un breve spezzone del prossimo servizio (in onda lunedì): le scene riprese sono sconcertanti. La violenza con cui certi gentiluomini in giacca e cravatta si scaraventano sull’inviato è impressionante. Accanimento a cui partecipa la stessa polizia che non solo resta indifferente all’evidente aggressione, ma partecipa trascinandolo alla volante.

Si dice spesso che viviamo in una zona del mondo in cui vige la libertà. Libertà di parola, di pensiero, di espressione. Eppure, quando le cose dette sono sgradevoli ai potenti, subito si querela, subito si denuncia per diffamazione, subito si alzano le mani.

Non c’è alcuna giustificazione per questi atti di pura villania e meschinità.

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