Arriva una bella notizia dall’Università Carnegie Mellon (Pittsburgh, Pennsylvania), un team di ricercatori tra cui spiccano il professor Alexander Hauptmann e il professor Jay D. Aronson hanno sviluppato una innovativa tecnologia per i diritti umani.
Il sistema si chiama VERA (Video Event Reconstruction and Analysis) e il suo sviluppo è stato in parte sostenuto dal National Institute of Standards and Technology, la MacArthur Foundation e la Oak Foundation .
VERA è un sistema basato su machine learning (uno degli approcci all’intelligenza artificiale) in grado di identificare la posizione di uno sparatore grazie a tre comuni video registrati da smartphone.
Attualmente le forze dell’ordine utilizzano array di microfoni commerciali per identificare la posizione di cecchini, il sistema sviluppato alla Carnegie non si propone di sostituirlo ma di integrarlo.
La bella notizia di cui dicevo non è tanto lo sviluppo del sistema, i ricercatori affermano che i militari e le agenzie di intelligence stanno già sviluppando sistemi simili ma che loro hanno deciso di donare gratuitamente il proprio, persino lasciando aperto il codice (open source) perché lo intendono come uno strumento regalato a soggetti quali giornalisti e gruppi per i diritti umani per verificare le affermazioni di chi sta al potere.
Oggi con proteste che vedono spesso (purtroppo) anche colpi sparati in posti come Hong Kong o l’Egitto un sistema del genere potrebbe permettere di verificare se i colpi partano dalle forze dell’ordine o da chi protesta.
Ovviamente un suono è un suono e il sistema potrebbe essere adattato per individuare la provenienza di altri suoni rilevanti a situazioni del genere che siano di interesse a chi si occupa di diritti umani.
Per quel che riguarda la funzione di identificazione di uno sparatore VERA è in grado, analizzando il rumore dello sparo, di identificare l’arma che ha sparato e dunque la velocità del proiettile. Il sistema si basa sul ritardo tra lo schiocco causato dall’onda d’urto di un proiettile a velocità supersonica e il rumore (alla velocità del suono) dello scoppio che avviene nella canna dell’arma a causa della polvere (quello che a volte genera anche una visibile fiammata). VERA è stato messo alla prova con registrazioni della strage del 2017 a Las Vegas e ha correttamente indicato la posizione del cecchino nell’ala nord del Mandalay Bay hotel.
Per gli scienziati la fortunata sorpresa, che ha reso possibile lo sviluppo della loro tecnologia per i diritti umani, è stata scoprire che in genere i moderni smartphone hanno microfoni di qualità sufficiente da captare il primo suono che è brevissimo.
Lasciando il sistema aperto a modiche ed upgrade gli scienziati sperano, nelle parole di Aronson, che giornalisti ed attivisti pensino ad applicazioni del sistema che loro nemmeno si sono sognati e per cui non hanno il tempo.
Roberto Todini