Il futuro dell’esplorazione spaziale si gioca sulla capacità di trovare risorse e di produrne in loco il più possibile, l’abbiamo scritto tante volte. Impensabile per esempio inviare regolarmente da Terra tonnellate e tonnellate di acqua. Anche sul piano cibo si dovrà cercare di raggiungere, se non la piena autosufficienza, almeno un certo grado di autonomia il più in fretta possibile. Ecco perché l’agricoltura spaziale è una priorità per la NASA e proprio in tema di tecniche di agricoltura spaziale è appena giunta una interessante notizia dall’Università della scienza di Tokio.
Il professore associato Norihiro Suzuki e il suo team hanno pubblicato in un articolo uscito su New Journal of Chemistry of the Royal Society of Chemistry in cui documentano una tecnica per ricavare un fertilizzante liquido da un campione di urina sintetica semplificata.
Rispondo subito alla domanda che sarà venuta in mente a qualcuno: perché urina sintetica semplificata?
Niente paura il team ha intenzione di riprovarci presto con vera urina, del resto l’intento è trasformare in una risorsa uno scarto. Ovviamente però per provare il concetto un campione chimicamente più puro (e dunque più semplice) era inizialmente più indicato.
Come forse saprete l’urina è ricca di ammoniaca, quello che i ricercatori giapponesi hanno fatto è stato utilizzare un processo elettro-chimico per ottenere ammoniaca. Voi direte ma l’ammoniaca è un fertilizzante? Non è un veleno per le piante? Dipende, una soluzione acquosa di ammoniaca è tossica, ma la stessa ammoniaca è alla base di molti fertilizzanti.
Per chi è interessato al lato tecnico: non sto a spiegare la chimica nel dettaglio ma l’apparato è sostanzialmente molto semplice, abbiamo due elettrodi, uno dei quali è un diamante dopato con boro (BDD), dalla stessa parte dell’elettrodo speciale abbiamo un fotocatalizzatore, dall’altra parte un semplice elettrodo di platino. Passando corrente nella camera di reazione dove sono il fotocatalizzatore e l’elettrodo BDD l’urea si ossida e si formano ioni di ammonio.
Ora, come ho anticipato, si tenterà con vera urina, anche perché le sostanze disciolte in tracce nell’urina, come il calcio ad esempio, sono anche degli utili nutrienti.
Un perfetto esempio di riciclo e produzione di risorse in loco, utile alle tecniche di agricoltura spaziale ma che potrebbe esserlo in qualsiasi ambiente chiuso e povero di risorse, come una base antartica per esempio.
Roberto Todini