Teatro Ariston: in principio era pubblico pagante ora è pubblico pagato

Sanremo e rivincita delle donne

Teatri chiusi, sipari abbassati, platee vuote. Tutte tranne una

Quello teatrale rientra senza dubbio tra i settori che hanno maggiormente risentito della crisi derivata dall’emergenza sanitaria. Complice l’idea della cultura come strumento accessorio e non necessario, i teatri rimangono chiusi ed i palcoscenici vuoti. Mentre le maestranze artistiche e tecniche non hanno alcuna certezza del proprio futuro.

Il susseguirsi di DPCM e restrizioni non fa auspicare nulla di buono per l’arte scenica, apparato indispensabile della nostra cultura eppure così facilmente surrogabile. A poco serve manifestare l’importanza dei teatri e dei luoghi di cultura solo dopo averli costretti a chiudere. La poca attenzione a loro rivolta è un dato che racconta molto della considerazione che l’Italia ha della propria cultura.




E mentre il silenzio generale continua a regnare sulla questione, c’è un teatro che potrebbe far eccezione alla regola. Il palcoscenico di spettacolo e polemica per eccellenza: il teatro Ariston. E anche in questo delicato momento di emergenza sanitaria non poteva perdere la sua fama.

Sanremo, teatro Ariston: l’eccezione che raggira la regola

In programma dal 2 al  6 marzo, il festival di Sanremo 2021 non sarà aperto al pubblico né elargirà inviti per la platea. Il prefetto di Imperia, Alberto Intini, ha affermato che il festival non sarà un’eccezione alla regola. Il DPCM attualmente in vigore, infatti, non consente spettacoli aperti al pubblico nei teatri e nei cinema.

Da qualche giorno, fanno discutere le voci riguardanti la ricerca di pubblico figurante nella platea dell’Ariston. A giudicare dalle ipotesi e dalle indiscrezioni, sembra proprio che il teatro Ariston voglia essere l’eccezione che uno spettacolo di questo calibro può permettersi di essere.
Da un lato, il ministro di Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini ha ribadito che l’Ariston è un teatro come gli altri e che in quanto tale, deve rispettare la norma vigente. Dall’altro, Amadeus, conduttore e direttore artistico del festival, non vuole rinunciare alla presenza del pubblico in quanto componente essenziale di uno spettacolo dal vivo. La possibilità di avvalersi di figuranti permetterebbe di raggirare la regola. Offrendo loro una retribuzione, i figuranti sono paragonabili a maestranze del settore e non al pubblico pagante.

Inoltre, secondo la linea della Rai, il festival è equiparabile ad uno show televisivo, per il quale le norme sono ben diverse. Secondo le disposizione di Palazzo Chigi, “alle trasmissioni televisive non si applica il divieto previsto per gli spettacoli, perché la presenza di pubblico in studio rappresenta soltanto un elemento coreografico o comunque strettamente funzionale alla trasmissione“.

La Rai si starebbe dunque confrontando con le autorità locali per permettere che lo show avvenga nel rispetto della sicurezza sanitaria. Sia a tutela degli artisti che dell’eventuale pubblico. Ma, pur trattandosi di figuranti, sono sempre persone sedute in platea, come potrebbe esserlo un normale pubblico. E’ giusto che il teatro Ariston sia un’eccezione alla legge? Oppure a questo punto sarebbe meglio ospitare un pubblico pagante come in una trasmissione televisiva?

A poco più di un mese dall’apertura del sipario, lo scenario è tutt’altro che risolto

Certamente non mancheranno nuovi coup de théâtre degni del palcoscenico sanremese. Ma, come si dice in questi casi, lo spettacolo deve andare avanti.

Carola Varano

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