L’architettura del Teatro Andromeda, opera del pastore Lorenzo Reina, nasconde una surreale correlazione con la Costellazione di Andromeda
Nell’entroterra siciliano, a Santo Stefano Quisquina in provincia di Agrigento, sorge il Teatro Andromeda, suggestiva opera del pastore Lorenzo Reina. La sua storia e la sua particolare architettura si fondono con l’astronomia, creando una surreale correlazione con la Costellazione di Andromeda. Classificato come uno dei teatri più alti del mondo, sorge sulle alture dei Monti Sicani, a 1.000 metri di altezza, tant’è vero che sovrasta anche le nuvole; si affaccia sul mare del Canale di Sicilia. Ad arricchire il panorama mozzafiato è la vista dell’Isola di Pantelleria, che secondo il mito sarebbe sorretta dalle omeriche Colonne d’Ercole.
Il palco scenico è una piattaforma circolare, con un arco che fa da quinta al cui centro c’è un cerchio di rame che corrisponde all’esatta posizione del Sole al tramonto. Ma ciò che sorprende di più è la platea, insieme alle ciclopiche sculture che si trovano in sua prossimità. Tutto è stato costruito in relazione al moto rotatorio della Terra intorno al Sole e alle stelle. Addirittura, la disposizione delle singolari “sedute”, secondo il pastore-scultore, preannuncerebbero un evento astronomico che si verificherà tra 5 miliardi di anni.
La storia
Tutto ebbe inizio 30 anni fa. Lorenzo Reina si trovava in Contrada Rocca, dove oggi sorge il teatro, a pascolare il suo gregge. Questo era il suo destino, come quello di suo padre prima di lui. Reina infatti (unico figlio maschio) abbandonó a malincuore gli studi in terza media per dedicarsi al pascolo e all’agricoltura. Tuttavia, mentre attendeva il suo gregge, non smetteva mai di leggere i libri presi in prestito dalle sue sorelle. Non abbandonó mai la sua passione per la cultura, l’arte, la filosofia e in particolar modo la scultura. Egli amava lavorare il legno, pratica che apprese durante il suo servizio di Leva nel 1979. In seguito, come lui stesso afferma:
Quando si sta dietro a un gregge di pecore, a contatto con la natura, è facile ritrovarsi a manipolare la creta o a intagliare una radice d’ulivo per ricavarne qualche figura antropomorfa.
Su questi presupposti, quando l’architetto spontaneo si ritrovò nella suddetta contrada, tra i terreni di famiglia, cominciò a modellare dei blocchi di pietra. Ciò che ne risultò è qualcosa di veramente affascinante.
L’architettura unica al mondo: un connubio tra arte, filosofia e scienza
Perfezionata la sua arte, Reina scolpí 108 cubi di pietra che fanno da sedili e le dispose nella “platea” nella stessa posizione in cui le stelle formano la Costellazione di Andromeda.
Ma questo non è l’unico riferimento astronomico. In prossimità del teatro è possibile ammirare un’altra scultura dello stesso artista: La Maschera Della Parola. Un’altissima forma che ricorda le maschere utilizzate durante le rappresentazioni dell’antica Grecia, la cui bocca, ogni 21 giugno alle 19.45, è perfettamente attraversata dal sole del Solstizio d’estate.
Di fronte ad essa giace la Genius Loci: una testa dai lineamenti greci in posizione coricata che sembra voler fuoriuscire dal terreno. Essa rappresenta un’entità naturale e soprannaturale legata a un luogo e oggetto di culto nella religione romana.
Altro elemento di forte impatto artistico ed astronomico è l’ingresso del Teatro Andromeda, che prende il nome di Porta Del Giorno E Della Notte. Una porta in metallo che ruota intorno al proprio asse ed è ispirata al moto di rotazione della terra e all’alternarsi del giorno e della notte; infatti quando è chiusa su un lato batte il sole, mentre sull’altro c’è l’ombra. Varcare quella soglia è entrare in un’altra dimensione.
Le “sedute” del Teatro Andromeda e la previsione di una collisione tra due costellazioni
I cubi di pietra, visti dall’alto, hanno forma di stelle a otto punte. Sono l’esatta proiezione terrestre della Costellazione di Andromeda, che prende vita appena ogni spettatore occupa il suo posto. Questa unione rappresenta la teoria scientifica di una futura collisione fra la galassia di Andromeda e la Via Lattea che si vanno incontro a 500mila km al secondo e finiranno col fondersi. È stato questo che ha ispirato l’opera di Lorenzo Reina:
Un evento lontano nel tempo ma che io immagino come la finalità ultima di tutto.
Quando ci si ritrova a visitare questa meraviglia, non solo durante il solstizio d’estate, ma tutto l’anno, non si può far altro che ammirare la sua suggestiva architettura, insieme alle sue commistioni di arte, scienza e filosofia, immergendosi in una dimensione dove il tempo sembra fermarsi.
Silvia Zingale