L’Islanda continua a fare importanti passi in avanti per quanto concerne la parità tra uomo e donna. Oltre a confermarsi per il nono anno di fila come miglior paese per parità di genere, nella terra dei ghiacci è stata stabilità l’uguaglianza anche sugli stipendi.
Provvedimento approvato dal Parlamento
A sancire questa nuova normativa è stato il Parlamento islandese, che da tempo ci stava lavorando. L’auspicio è che non si tratti di un caso sporadico, bensì di un esempio da seguire anche per gli altri paesi in cui il gap è evidente.
Periodo di adeguamento
Naturalmente il governo ha varato una fase entro cui adeguarsi alla nuova disposizione. Ogni azienda con più di 25 dipendenti, dovrà quindi retribuire con il medesimo trattamento sia i lavoratori che le lavoratrici. Le grandi imprese avranno tempo fino al 2020 per conformarsi alla novità legislativa, mentre le aziende più piccole godranno di una proroga fino al 2025.
Multe salate per chi non rispetta la legge sulla parità di stipendio
Come è giusto che sia, in caso di trasgressione, sono previste multe di non poco conto, che possono arrivare fino a 50.000 corone islandesi (circa 450 euro). Dunque i datori di lavoro dovranno prestare molta attenzione, onde evitare spiacevoli sanzioni pecuniarie.
Uno dei paesi migliori in rapporto all’uguaglianza uomo-donna
Un vero e proprio motivo d’orgoglio per il paese più a nord dell’intero continente europeo, che per il nono anno di fila, si attesta al primo posto della classifica del Global Gender Gap Report redatto dal World Economic Forum. Trattasi di un rapporto basato su una serie di fattori come le opportunità economiche, la partecipazione alla vita politica, l’aspettativa di vita e l’accesso alle cure sanitarie.
Squilibrio retributivo nei vari paesi d’Europa
Se in Islanda la situazione è in netto miglioramento, lo stesso non si può dire di altri paesi europei. Solo per citarne alcuni, il paese in cui si registra il dato più basso è quello rumeno (sotto al 10%), mentre è altissima la differenza (tra il 21% e il 22%) in Germania e Regno Unito. Clamorosa la disparità in Estonia, dove le donne percepiscono circa il 26% in meno rispetto agli uomini. In Italia invece il gap retributivo di genere si attesta intorno al 12%.
Antonio Pilato