Tassa sulla plastica: sta arrivando, cos’è e chi colpirà?

Una tassa sulla plastica è prossima ad entrare in vigore in Italia. Ormai la polemica sui sacchetti bio sta andando scomparendo eppure, ben presto per noi italiani sopraggiungerà un’altra piccola spesa extra sempre inerente alla plastica.

plastica, tassa sulla plastica
sacchetti bio del supermercato

Arriva da Bruxelles l’idea della tassa sulla plasticata, con l’obiettivo di disincentivare l’uso e l’abuso di questo materiale in grado di danneggiare la natura che ci circonda.




Ambiente e rifiuti dovrebbero avere più controllo per essere salvaguardati. Non vi preoccupate non è la solita tassa fantasiosa all’ “italiana” per così dire. Si tratterebbe di un nuovo ordinamento patrocinato dall’Unione Europea, di conseguenza ad esserne coinvolti sono tutti i paesi aderenti all’UE.

A causa del buco monetario creatosi con la Brexit dell’Inghilterra, la Commissione Europea ha deciso di effettuare un’operazione che in economia dovrebbe essere definita “Decapling”, ovvero la riduzione dell’impatto ambientale e dei costi della metà, a fronte di un aumento dei ricavi del doppio rispetto a prima, senza però contare sulle loro proprie risorse, i dazi doganali, i contributi sullo zucchero e il prelievo sull’Iva. Ecco allora spiegato il movente di una nuova tassa sulla plastica, potenzialmente in grado di risollevare i buchi economici dell’UE.



La tassa sulla plastica è stata presentata dal commissario al bilancio Gunter Oettinger per ridurre il consumo della medesima e procedere alla diminuzione della produzione in modo tale da coprire il buco di 12 miliardi lasciato dalla Brexit, come appena accennato.

I dati raccolti da Oettinger mostrerebbero che l’Europa produce troppa plastica al momento e neanche il riciclaggio riesce a gestire l’utilizzo esagerato del materiale.

Queste le parole di Oetinger:

“Nell’interesse dei mari, degli animali, dei nostri paesaggi, dobbiamo ridurre la quantità di plastica utilizzata. Noi utilizziamo e produciamo troppa plastica, che nonostante il riciclaggio finisce nei rifiuti, e dal 1 gennaio non va nemmeno più in Cina, dove diventava giocattoli per bambini”.




A chi tocca pagare la tassa sulla plastica?

In realtà anche altri paesi quali Scozia e Inghilterra si starebbero movimentando nel massimizzare la riduzione di plastica nei loro territori. A quanto pare la manovra anche di quest’ultimi paesi sarà quella di un aumento esponenziale dei costi di posate, piatti e bicchieri usa e getta. Inoltre stop ai cotton fioc e rincari sui costi dei sacchetti della spesa.

E’ previsto per il 16 gennaio l’annuncio della tassa sulla plastica, ma una domanda viene spontanea: Saranno i cittadini a doverla pagare o le imprese durante la produzione? Probabilmente anche se toccherà solo alle imprese pagare una tassa sulla plastica, questa graverà in qualche modo anche ai cittadini, nulla di più scontato.

Jacopo Pellini

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