La tassa sulla fortuna scatta per le vincite superiori ai 200 euro. Dal Ddl si evince come si potrebbe passare dal 12 al 15%, sarà un’unica aliquota e scatterà dal 2020
Vincite superiori ai 200, ma con riserva. Ci potrebbe essere un nuovo cambiamento sul prelievo delle vincite sul gioco d’azzardo attraverso la tassa sulla fortuna riscritta con il Ddl di Bilancio. Si starebbe infatti preparando un emendamento, presto in discussione alla Camera, per cambiare ancora una volta le carte in tavola (per la terza volta). Il prelievo che prima era del 12% sulle vincite di 500 euro, diventerà del 15% sulle vincite superiori ai 200 euro.
È il Sole24Ore a dare conto di tutte queste novità. Inoltre, con questa novità, è quasi certo l’addio alla nuovo tassa dell’1,9% sulle microvincite, previsto dal Ddl di bilancio, le piccole vittorie anche meno di 100 euro, con un prelievo dell’1,9% dal 1° maggio 2020 e del 1,3% dal 1° gennaio 2021. Stessa aliquota per le vincite eccedenti i 500 euro incassate con i giochi «Vinci per la vita -Win for life», «Vinci per la vita – Win for life gold» e «SiVince tutto», gratta e vinci, lotterie nazionali, Enalotto e Superstar.
Prelievo erariale unico: altri incassi per lo stato
Inoltre, con la legge cambierà anche il prelievo erariale unico (Preu) su slot e videolottery, aggiungendo anche un taglio della quota percentuale restituita in vincita ai giocatori. Come spiegato nell’emendamento in arrivo al Dl fiscale, quello sulle vecchie slot, le cosiddette Awp, salirà al 23,5%. Tuttavia i concessionari potranno scaricare il balzello direttamente sui giocatori, arrivando fino al 65% del payout, ossia la vincita degli scommettitori. Tale manovra porterà i gestori a garantire l’applicazione della tassa sulla fortuna sopra i 200 euro, già a partire dal 15 gennaio. Per quanto riguarda gli evasori fiscali, si sta rivedendo anche le sanzioni penali, sebbene già nella prima versione vi erano 8 anni di carcere con soglie di punibilità abbassate.
Con il subentrare di nuove tasse, lo Stato tenta di diminuire il gioco d’azzardo, intascare quasi un quarto dei soldi che mette in ballo. Secondo la Cgil, la tassa sulla fortuna è un modo “per abbassare il payout e far pagare ulteriori tasse ai giocatori. Particolare che però potrebbe essere positivo per disincentivare il gioco. Sebbene sia anche noto che i meccanismi per disincentivare non sono legati alla tassazione“. Difatti, l’ultimo aumento che ha portato il prelievo sulle vincite dal 6% al 12%, introdotto nel 2017 con l’ultima manovra, “non ha avuto apprezzabili effetti sui volumi dei giochi interessati”. Questo perché “il prelievo incide sulle vincite di importo relativamente elevato”.
Anna Porcari