Taser lacune perplessità e dubbi per le Forze dell’ordine

Taser

Tra forti perplessità, soprattutto delle forze dell’ordine, il Taser, o come chiamata dal Viminale “Pistola a impulsi elettrici”, diventa sempre più una realtà.

Al termine di una esercitazione sull’uso dei taser all’istituto ispettori della polizia Salvini promette migliaia di queste armi alle Forze dell’Ordine. Questo mentre si accende lo scontro con l’ANM e verso i singoli giudici che hanno nel tempo smantellato i decreti sicurezza. Decreti in cui si prevede l’utilizzo dei taser.

Finita la fase della sperimentazione si attendono i risultati della gara d’appalto per i taser. Tuttavia dopo Milano, Torino e Palermo che hanno votato contro, cresce il numero delle città che dubitano sull’utilizzo per le forze di Polizia Locale. La possibilità di utilizzo per le città metropolitane è prevista nel “decreto Salvini”, decreto che nel corso del tempo è stato smantellato da varie sentenze.

La preoccupazione risiede nella insita pericolosità di tali armi e nel timore, viste le lacune legislative, di possibili azioni di risarcimento. Risarcimenti che potrebbero essere posti a carico dei singoli agenti.

La pericolosità dei taser è documentata da vari studi anche di Amnesty International.

Sicuramente le armi non letali sono necessarie alle Forze dell’Ordine. Tuttavia le principali preoccupazione, soprattutto dei sindacati delle Forze dell’Ordine, stanno nella fretta con cui quest’arma (oramai obsoleta) viene introdotta.

Vari studi medici concordano che in determinate circostanze l’arma (perché di arma si tratta) ha provocato in soggetti con disturbi cardiaci o con particolari patologie la morte. Quindi è indiscutibile che su quest’arma, anche se utilissima, non esiste il rischio zero.

Proprio per questo i sindacati delle Forze dell’Ordine restano divisi sull’utilizzo dei taser.




Manca ancora il parere del ministero della salute, mentre le regole d’utilizzo date dal ministero dell’interno e dalle istruzioni sono innumerevoli e complesse rapportate alle situazioni reali.

Situazioni in cui valutazioni sui possibili rischi, personali, medici, ambientali, etc. sono difficili da prendere.

È proprio in quelle circostanze in cui queste valutazioni, sempre personali, saranno contraddittorie o nei casi in cui l’arma si rivelerà mortale che gli operatori delle forze dell’ordine incorreranno in seri rischi. Inoltre altre preoccupazioni attengono alla formazione del personale. La fretta di introdurre questo strumento ha comportato enormi lacune sul piano della formazione e sul piano regolamentare. Non esiste al momento una normativa che metta a riparo gli agenti da eventuali azioni risarcitorie. E mentre i decreti sicurezza vengono smantellati dalla realtà e dalle sentenze nazionali e sovranazionali la corsa all’inserimento di quest’arma continua.

Anche dal punto di vista della formazione all’utilizzo ci sono forti perplessità. I rischi attengono, per esempio, alla sottovalutazione dei danni che quest’arma può provocare. Sottovalutazione che può portare all’utilizzo indiscriminato fino alla tortura, come in vari episodi già registrati. Inoltre l’arma potrebbe essere utilizzata per colmare lacune fisiche e ginniche degli agenti.

Il Garante Nazionale delle Persone Private della Libertà ha espresso forti preoccupazioni sulla possibilità di utilizzo indiscriminato ed esteso dell’arma. Proponendo un attento monitoraggio per prevenire qualsiasi abuso. Tuttavia nonostante i dubbi delle forze dell’ordine, e di vari altri organismi, non c’è stata ancora nessuna azione legislativa per riempire le enormi e pericolose lacune che circondano quest’arma, tanto indispensabile quanto ambigua.

Leandro Grasso

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