Consegna taser – Matteo Salvini dichiara che la fase sperimentale terminerà a giugno 2019; la pistola elettrica sarà disponibile presso caserme e commissariati.
Trascorso un anno dall’inizio del collaudo in 10 città italiane, sembra ormai prossima la consegna del dissuasore elettrico. Le forze dell’ordine, quali polizia, carabinieri e guardia di finanza, beneficeranno dell’arma in breve tempo; la fase sperimentale avrebbe infatti dato buoni risultati, in virtù di un lavoro iniziato 5 anni fa. Per ora, non sono note le modalità di consegna.
L’annuncio è arrivato dal ministro dell’Interno durante la convention della Lega nel Lazio. L’assessore alla Sicurezza Daniele Polato ha tenuto a precisare il suo appoggio, senza nascondere un velo di sorpresa.
Se il ministro lo ha detto, significa che ha trovato l’accordo tra Ministero della Salute e Viminale. Siamo in sintonia, stavamo aspettando quello. Come è noto, la nostra amministrazione ha approvato l’acquisto di quattro taser; alcuni agenti di polizia locale verranno formati per utilizzarli
Il taser, considerato “arma non letale”, è oggi utilizzato in circa 107 paesi del mondo; chiunque condivida il suo impiego, l’ha spesso definita un’arma “intelligente”. L’Axon, azienda produttrice, giustifica il suo utilizzo con un report – datato 2009 – secondo cui il 99,75% di coloro colpiti dalla pistola elettrica non hanno reso noti danni rilevanti. L’Onu, al contrario, annovera il taser tra gli “strumenti di tortura“ : sono effettivamente centinaia i casi in cui il dissuasore è stato utilizzato in modo sconveniente, collegato a punizioni corporali nelle prigioni degli USA. La Reuters, agenzia di stampa britannica, ha delineato 104 casi di morte dietro le sbarre (2018), dovuti proprio all’abuso della pistola elettrica; il loro sito principale, in questo esatto momento, conteggia 1081 casi di decesso.
L’argomento in questione resta decisamente delicato: da un lato, risulterebbe etico e logico garantire maggiori sicurezze ai tutori dell’ordine, in virtù di vicende passate in cui, strumenti come il taser, sarebbero risultati efficaci; nel versante opposto, invece, dobbiamo fare i conti con alcune perplessità: in un paese al momento particolarmente in difficoltà, il quale ha delineato negli ultimi mesi espressioni politiche estremiste; in cui la cronaca riporta casi terribili come quello di Stefano Cucchi, quanto resta attendibile l’idea di un “tutore della legge”? Quale rassicurazione ci permette di escludere l’arrivo di un futuro “sceriffo di Nottingham”, esattamente come sperimentato più volte su suolo americano? Tendere ad escludere l’eccesso di una persona facilmente influenzata da opinioni politiche e tendenze razziali è un po’ come sottovalutare il cittadino con un’ arma sotto il cuscino: micce pronte ad esplodere.
Eugenio Bianco