Tarantino sta per tornare nelle sale. Il suo nuovo e nono film è stato presentato al Festival di Cannes, 25 anni dopo Pulp Fiction, presentato lì ,che vinse pure la Palma d’oro. C’era una volta…..a Hollywood. È questo il titolo del film che già si è fatto notare quaranta anni dopo il precedente. Le critiche sono già divise tra il giudicare il film deludente e giudicarlo eccellente, come sostiene il New York Times.
Trama
Qualche breve parola sulla trama senza svelarne troppo i dettagli. Il film di Tarantino è ambientato a Hollywood negli anni Sessanta. Leonardo DiCaprio e Brad Pitt sono un attore, noto per una vecchia serie tv, e il suo assistente. Nei tre atti del film, troviamo anche Margot Robbie che interpreta l’attrice Sharon Tate. Tra gli altri, recitano: Al Pacino, Dakota Fanning, Lena Dunham, Bruce Dern e Kurt Russell.
La critica in Italia
«Ne vale la pena? Senza esitazioni rispondo “no”, con buona pace dei tarantiniani pronti ad applaudire comunque, ovunque e semprunque il loro idolo».
Questi i commenti di Mereghetti,critico di cinema del Corriere della Sera che continua:
«Tarantino si è concesso il lusso (onanistico?) di rifare intere sequenze dei suoi amati film di serie B» e ha scritto che gran parte di quel che c’è nel film serve solo a costruire «l’auto-monumento di un regista convinto di potersi permettere qualsiasi cosa a cominciare da una cosa che arriva solo nell’ultima mezz’ora, e che cerca una complicità a senso unico: quella dell’adoratore muto e devoto».
Un film sconcertante», «un’operazione mancata», «un film fiacco», nel quale «l’accumulo di vinili, locandine, trailer, fumetti rimane un modernariato vintage che soffoca il film, non riesce a farsi altro e dare l’aria del tempo».
Queste,invece, le parole di Emiliano Morreale su Repubblica.
Molte le critiche in Italia,quindi, fatta eccezione per Federico Pontiggia del Fatto Quotidiano:
«Strepitoso DiCaprio, perfetto e strafigo Pitt, non sarà – non lo è – un capolavoro, la nona di Tarantino, ma è forse qualcosa di più profondo, perfino necessario: l’elogio dell’amicizia, del rispetto e del lavoro; l’ode al cinema»
..In America
E in Inghilterra sono, in generale, molto più entusiasti del film.
Per farla facile, sfido chiunque abbia del sangue che gli scorra nelle vene a non farsi prendere dall’incredibile capacità che ha Tarantino nel fare film».
Justin Chang, ha aggiunto:
«un film con una grande potenza evocativa,inaspettatamente commovente». Richard Lawson ha scritto su Vanity Fair che il film «fa sembrare che i cinema di Hollywood siano ancora speciali»Questo film è la più verosimile e immersiva rappresentazione della Los Angeles di fine anni Sessanta da quando esisteva la Los Angeles di fine anni Sessanta». Eric Kohn di IndieWire ha scritto che a un certo punto, quando uno dei protagonisti guida per il quartiere di Burbank, sembra che stia «guidando dentro un documentario».
Sicuramente, molti concordano con Tarantino sul fatto che questo sia il film più personale del regista. Un film che ce lo fa immaginare bambino di sei anni tra le strade di Hollywood.
Mariafrancesca Perna