Destini incrociati sulle note della pizzica salentina. Un trio musicale, in giro per sagre e matrimoni con scarso successo, incontra sulla sua strada due profughi tunisini, appena sbarcati sulle coste pugliesi. Sgangherati come l’armata Brancaleone si muoveranno assieme alla ricerca della felicità.
Il film di Salvatore Accolla, Taranta on the road, distribuito da Daka, è una fiaba garbata e agrodolce sul dramma dell’immigrazione e sulle difficoltà che si annidano lungo la strada della realizzazione personale. La musica fa da perno centrale alle vicende dei protagonisti, grazie alla colonna sonora dei Mascarimirì e alla partecipazione dei Sud Sound System.
La storia è scritta bene. Grazie anche alla partecipazione di Amara Lakhous, protagonista della narrativa dei “neo-italiani”. Sotto la buona regia di Allocca, gli attori si muovono con disinvoltura. Tra loro c’è Nabiha Akkari, la terrorista mancata che ha affiancato Checco Zalone in “Che bella giornata”; Helmi Dridi (“Il Principe del deserto”); Alessio Vassallo (“Il giovane Montalbano”) e Bianca Nappi (“Magnifica presenza”, “La mia famiglia a soqquadro”).
Taranta on the Road: la trama
Vogliono mettere assieme pizzica e musica elettronica ma i risultati sono poco incoraggianti. Matteo, Luca e Giovanni formano una band che si arrangia suonando a matrimoni e sagre di paese. Il senso di fallimento aleggia nei loro cuori e sui loro visi. Il domani è incerto. Proprio come per Amira e Tarek, con i quali il trio musicale familiarizza subito. I due stranieri sono fuggiti dal caos scoppiato in Tunisia dopo il fallimento della primavera araba del 2011. Il gruppetto multietnico decide di lasciare la Puglia per inseguire il sogno di una vita libera e felice, puntando a raggiungere la Francia e l’Inghilterra.
Il destino cambierà la loro destinazione ma il viaggio servirà comunque. I protagonisti troveranno le risposte ai loro dubbi e alle loro incertezze. Gli amori nascosti troveranno la forza di sbocciare. E i problemi nascosti giungeranno a una soluzione. Il finale è quello di una commedia. Ma senza eccessi. Perché si tratta pur sempre di una fiaba moderna. Vivere “per sempre felici e contenti” è roba d’altri tempi.
Taranta on the Road: i temi
Il regista Salvatore Allocca confeziona una commedia dai toni fiabeschi, senza però perdere aderenza con l’attualità e la cronaca. E come potrebbe, occupandosi di una questione assai drammatica come l’immigrazione. Ma il viaggio dei protagonisti è reso lieve dalla pizzica salentina. La ballavano le donne del Salento, per guarirsi dal morso di un grosso ragno chiamato Taranta. La musica guarisce e libera. Antico insegnamento attorno al quale si sviluppa la poetica di questo road movie. Durante il viaggio, ciascun protagonista dovrà fare i conti con se stesso e rivedere le proprie scelte. Specie perché nel viaggio, come nella vita, le cose non vanno mai come si pensa e si vuole.
Tra sorrisi, speranze e musica la storia tratta l’attualità dell’immigrazione clandestina che arriva sulle coste italiane dai paesi del Nord Africa. E dietro l’attualità c’è il rapporto conflittuale tra il desiderio di realizzare le ambizioni personali e la necessità di vivere in modo pieno, sempre e comunque. L’animo umano vive una lotta perpetua, indeciso nello scegliere tra l’uno e l’altro. E l’indecisione porta all’errore nella scelta delle priorità, facendo perdere di vista l’importanza di vivere fino in fondo. Ma in questi casi, come ci ricorda il film, la musica può essere buona consigliera. Con la sua forza vitale può aiutarci a fare la cosa giusta.
Michele Lamonaca