Ogni città d’arte è un luogo in cui la cultura viene e deve essere custodita gelosamente.
Ogni prezioso borgo italiano è scrigno di numerose correnti artistiche, per questi, e tanti altri motivi , è indispensabile che ogni città abbia una propria libreria, una fonte primaria in cui ogni lettore possa nutrire e soddisfare le proprie curiosità, apprezzare ciò che sta visitando con occhio critico, attento ed informato.
Nel caso di Taormina, città dall’anima greca e dai colori e profumi mediterranei, diamo per scontato che ci sia una libreria, perchè Taormina non solo è uno dei luoghi da visitare più belli al mondo ma è anche meta ideale in ogni periodo dell’anno. E invece no. A Taormina esiste solo una libreria e rischia pure il fallimento.
La Liberia Bucolo è l’unica libreria di Taormina nata nel 1998 dall’idea di due donne, Antonella Ferrara, organizzatrice del Taobuk Festival, e Santinella Bucolo . La proprietaria della libreria vuole aumentare l’affitto, ma il costo non è sostenibile per le due imprenditrici che rischiano di dovere chiuder bottega. Ed ecco che nasce l’idea della petizione. In poco meno di ventiquattro ore sono state già raccolte centinaia di firme.
Questa libreria ha rappresentato e continua a rappresentare la speranza che chi viene a Taormina possa sapere che Truman Capote, Roger Peyrefitte, Andrè Gide, Goethe, Tennessee Williams, e tutti gli altri, quello stesso luogo l’hanno amato, fino a farsene ambasciatori e renderlo eterno. La libreria raccoglie impronte di una Città che è stata rifugio e meta di scrittori e artisti in ogni epoca, è uno scrigno della Memoria. E’ uno di quei luoghi che continuano a ricordarci chi siamo orgogliosi di essere. Finché quell’orgoglio ce l’abbiamo. La libreria di Taormina è una cosa di tutti, a cui ciascuno appartiene.
Anche Facebook si è mobilitata. Come ha denunciato la giornalista e scrittrice Serena Uccello: “A Taormina chiude l’unica libreria di Taormina. L’unica libreria di Taormina che in questi anni è stata motore culturale della città. Decine gli eventi organizzati dalla sua direttrice Antonella Ferrara che con il suo Taobuk ha portato a Taormina scrittori come David Grossmann solo per fare il primo nome internazionale che mi viene in mente mentre scrivo con la foga dell’indignazione. Perché sono indignata? Perché le ragioni che stanno dietro questa chiusura sono stupide, banali – ha scritto Uccello sui social – Insomma dal 30 giugno Taormina, Taormina sì proprio Taormina, resterà senza una libreria, avrà ancora una straordinaria libraia ma sarà una libraia senza libreria. Avrà ancora (forse) un Festival letterario ma senza libreria. Ora siccome questo è un non senso che può essere risolto assai facilmente: ecco risolviamolo”. “Tra parentesi: il comune di Taormina possiede in centro tre immobili li ha messi tutti a bando per assegnarli ai privati. Ma sì sa le librerie sono creature fragili. Quindi la nostra libreria è rimasta fuori, schiacciata“. Intanto il tempo scorre e lo sfratto è dietro l’angolo.