Il 26 maggio, si è avviata la prima giornata del G7. Tra imponenti misure di sicurezza, si sono riuniti i ministri delle sette nazioni considerate tra le più potenti, economicamente e politicamente, al mondo.
Il G7 nasce e si formalizza nel 1986. In esso partecipano: Canada (dal 1986); Francia; Germania; Italia; Giappone; Regno Unito e Stati Uniti d’America. Il rappresentante dell’UE e il presidente dell’FMI presiedono agli incontri.
L’Organizzazione è stata creata per mettere a punto le politiche economiche mondiali e tra Stati membri.
Negli anni Settanta-Ottanta, il G7 fu pensato per arginare la crisi economica causata dallo Shock petrolifero. Oggi, mentre gli aerei delle frecce tricolori-gli unici ad avere il consenso per volare sui cieli di Taormina-sorvolano il Teatro Antico, i grandi del G7 hanno posto degli obbiettivi da raggiungere.
Terrorismo e sicurezza sono le prime sfide alle quali il G7 deve far fronte.
Obbiettivi G7: politica estera e sicurezza
Junker e Tusk, Abe, May, Merkel, Trudeau, Macron e Trump hanno fatto il loro ingresso in questo ordine, nei resti monumentali di Taormina. I temi fondamentali sui quali intendono discutere sono: il clima; il terrorismo; il commercio internazionale e l’immigrazione.
Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha espressamente sostenuto quanto questo vertice sia più difficile degli altri, poiché le divergenze di opinioni su tali temi sono molte, in particolare tra gli alleati europei e gli Stati Uniti.
Il clima e il commercio sono le principali fonti di discussione tra l’Europa e gli USA, sostiene Gary Cohn, direttore del National economic council, che fornisce consulenza economica al presidente degli Stati Uniti.
Anche Donald Tusk, presidente dell’UE, in una conferenza stampa, ha affermato quanto sia complicato trovare un accordo tra i potenti. Con l’Ucraina la situazione è complessa. L’Unione Europea si aspetta che il G7 mostri unità sull’Ucraina e che le sanzioni contro la Russia siano applicate fino all’accordo di Minsk, vista la responsabilità di quest’ultima nelle vicende interne al paese.
Per quanto riguarda la Siria, il G7 ha deciso d’impegnarsi affinché la fine delle ostilità giunga e con l’aiuto della Russia, di cercare di porre fine all’utilizzo delle armi chimiche.
Clima, terrorismo e Nord Corea
L’accordo di Parigi del 2015 sul clima poneva come primo obbiettivo quello di limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2ºC, con alcuni comportamenti atti a evitare cambiamenti climatici pericolosi. Donald Trump deve ancora esprimere la sua posizione in merito, pur avendo sostenuto finora delle politiche volte a smantellare le proposte europee sul clima.
Un commercio equo e libero sembra essere il secondo obbiettivo del G7 e Donald Trump pare volere un confronto e un dialogo aperto.
Il terrorismo, invece, è uno dei temi su cui le potenze sembrano concordare. Le immagini della strage di Manchester sono ancora vive negli occhi di tutti. La premier Theresa May dibatte sulla questione della fuga di notizie con Washington, una situazione poi ritornata nella normalità. Cordoglio e vicinanza sono stati espressi da tutti i potenti della terra nei confronti della May e dell’Inghilterra.
Il Presidente USA e il primo ministro giapponese Shinzo Abe hanno dibattuto sulle questioni riguardanti la Corea del Nord. Un problema “mondiale” così lo ha definito Trump. Abe si è congratulato per gli sforzi del presidente USA, durante il vertice della Nato, riguardo la sicurezza mondiale.
Combattere il terrorismo e Risolvere la questione migrazione
Theresa May ha ringraziato gli alleati per il sostegno dato alla Gran Bretagna. Il terrorismo può essere distrutto soltanto con la determinazione di tutti i paesi.
Credo sia importante dimostrare questa determinazione di tutti i paesi per combattere il terrore
Così ha detto la May.
Sul problema migrazione, pare si sia giunti a un accordo. Si riconosce la responsabilità condivisa di tutti i paesi, compresi quelli d’origine. Gli Stati Uniti hanno richiesto maggiore accortezza sulla sicurezza degli Stati membri.
Mentre risuonano i cortei dell’anti G7, c’è chi chiede ai grandi, come Gualtiero Bassetti, presidente della sede Episcopale italiana, di pensare ai più piccoli. Pace e giustizia sociale sono due delle parole uscite dalla bocca di Bassetti.
Per la fine del G7 è prevista una fine breve: solo 6 pagine contro 30-40 dei vertici precedenti.
Alla luce degli eventi tragici appena trascorsi, ci si domanda se il G7 potrà dare seriamente una risoluzione ai drammi del mondo in cui viviamo.
Tamara Ciocchetti