Nel Paese in cui il Covid-19 è apparentemente debellato, il presidente non appare in pubblico da settimane. Nel frattempo l’OMS chiede un conteggio effettivo dei contagi
Lo scorso 27 Febbraio il presidente della Tanzania John Magufuli faceva la sua ultima comparsa in pubblico. Da quel momento non è stato più possibile ricevere alcuna notizia sul suo conto. L’opposizione ipotizza un ricovero per Coronavirus, ma le autorità non hanno esitato a smentire la notizia arrivando anche ad arrestare i fautori delle suddette ‘dicerie’ .
In Tanzania la pandemia si combatte con le preghiere e senza vaccino
Se si dovessero elencare le politiche sanitarie adottate da Magufuli, quella per il contenimento di diffusione del Coronavirus non sarebbe certo tra queste. Secondo il presidente tanzaniano, infatti, nessuna delle norme restrittive è o è mai stata necessaria per evitare un contagio per cui basterebbe una prevenzione molto più accessibile, quella di essere cristiani:
Il Coronavirus, ovvero il male, non può sopravvivere nel corpo di Cristo: brucerebbe all’istante.
Ecco spiegato perché la Tanzania è entrata nel mirino del turismo: godendo dell’assoluta libertà di spostamento e negando qualsiasi divieto di contatto, i viaggiatori hanno optato in massa per una vacanza sciolta dall’obbligo della mascherina.
I contagi registrati ufficialmente dal Paese sono 509, rilevati dall’ultimo conteggio avvenuto a Maggio del 2020. Da quel momento Magufuli ha indicato il territorio come ‘covid-free’, rifiutandosi di individuare l’aumento delle morti per malattie respiratorie come casi inerenti alla pandemia. Sembrerebbero inutili le sollecitazioni dell’OMS, rinnovate nello scorso Febbraio, di pubblicare al più presto i dati effettivi.
E il vaccino? Non solo inutile, ma anche pericoloso in quanto straniero. E anche contro questa misura il presidente ha suggerito un’alternativa:
Pregate mentre coltivate mais e patate, così potrete mangiare bene e il Coronavirus non potrà entrare nel vostro corpo.
Ma il suo approccio nei confronti delle epidemie è sempre stato questo?
In realtà, l’assistenza sanitaria è sempre stata un punto fondamentale della politica di Magufuli. L’aspettativa di vita non ha fatto che aumentare durante il suo mandato, iniziato nel Novembre del 2015.
Nello stesso anno aveva adottato la decisione di ridurre gli stipendi dei funzionari governativi, comprendendo anche il suo, al fine di aumentare i fondi per gli ospedali e l’acquisto di farmaci per l’AIDS. Aveva poi successivamente intrapreso la battaglia contro l’emergenza di colera limitando al minimo i possibili contagi.
Il giallo della scomparsa
Comunque stiano le cose, ancora non è stato reso pubblico il motivo della scomparsa di John Magufuli. Per adesso l’ipotesi più accreditata è quella che sia stato colpito proprio dalla malattia che ha per tanto tempo cercato di sminuire e che sia stato ricoverato in Kenya. Il primo ministro Kassim Majaliwa ha assicurato ai media che “sta bene e lavora sodo come al solito”, ma le proteste dell’opposizione si stanno facendo sempre più accese.
Non resta quindi che aspettare l’evolversi della situazione; e se l’ipotesi della contrazione del Covid-19 si rivelerà giusta, c’è solo da sperare che il presidente ne tragga una conclusione utile per la Tanzania.
Katherina Ricchi