Tanti auguri, Nutella!

Compie 70 anni la Ferrero, storica azienda della Nutella trasformatasi da piccolo laboratorio dolciario a terza multinazionale mondiale. Questa la storia di una crema spalmabile alle nocciole semplice, ma forte di una straordinaria carica emotiva legata alla nostra infanzia.

Tanti auguri, Nutella!
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La storia della Nutella, crema alla nocciola per eccellenza, inizia quando Pietro Ferrero nel suo piccolo laboratorio ad Alba realizza il primo prodotto dell’azienda, la “Pasta Gianduja”o “Giandujot”, a base di nocciole e cacao che si taglia a fette e si mette sul pane. L’origine della Nutella è dunque legata al cioccolato Gianduia, che si diffonde in Piemonte in un periodo in cui le tasse eccessive sull’importazione dei semi di cacao scoraggiano la diffusione del cioccolato tradizionale. Da qui l’idea di Pietro, che nel 1946 commercializza il suo primo lotto, costituito da 300 kg di Pasta Giandujot, mentre nel 1951 nasce la Supercrema, una specie di conserva venduta in grandi barattoli.

Nel 1963 il figlio di Pietro, Michele Ferrero, decide di rinnovare la Supercrema, con l’intenzione di esportarla anche all’estero. Viene quindi modificata la composizione della crema, cosi come anche il nome: la parola “Nutella” (dall’inglese “nut”, “nocciola”) diviene marchio registrato, restando immutato fino ai giorni nostri.
Da allora la crescita del Gruppo è stata costante: presente in 160 Paesi – praticamente tutto il mondo – la Ferrero è rappresentata non solo da Nutella ma anche da una infinità di altri prodotti e brand inventati nel corso degli anni, come Mon Cheri (1956), Brioss (1961), Nutella(1964), Kinder (1968), Pocket Coffee (1968), Tic Tac (1969), Estathé (1972), Kinder Sorpresa (1974), Rocher (1982), Kinder Bueno (1990), Raffaello (1990), Pinguì (1992), Yogo Brioss (1995), Pan e Cioc (2004).
Oggi il nipote di Pietro, nonché l’erede e amministratore delegato, Giovanni Ferrero, per celebrare il 70esimo compleanno della azienda, ha voluto festeggiare inviando una lettera — in venti lingue diverse — ai 40 mila dipendenti del Gruppo. Si rivolge ai dipendenti, così come riportato da Repubblica:
«Cari Ferrariani, Ferrero è fondata su questo senso di famiglia e sulla cultura aziendale ottimista che voi tutti abbracciate. Ferrero è la vostra casa, un luogo a cui dedicate tempo, un luogo pervaso da un senso di orgoglio. Grazie a voi, noi siamo leader indiscussi e io vi ammiro per ciò che fate tenendo alti i nostri standard di performance e il nostro impegno verso l’eccellenza.
Mio padre Michele credeva nella possibilità di un’impresa in grado di superare i confini ed esportare i nostri prodotti in tutto il mondo. Era un’idea ardita. È incredibile pensare quanto l’azienda si sia evoluta da allora e tutti noi possiamo essere orgogliosi del ruolo che Ferrero ha conquistato sul mercato».
Questa la storia di un prodotto buono a poco prezzo, nato per ovviare agli elevati costi di importazione dei semi di cacao: un chilo di questa specialità costava 600 lire contro le 3.000 lire di un chilo di cioccolato. La storia di una crema spalmabile alle nocciole semplice, ma forte di quella carica emotiva che ce la fa percepire come forse una delle cose più significative della nostra infanzia, utilizzata come premio quando, da bambini, facevamo i bravi oppure si andava a trovare la nonna, che di sicuro avrebbe coccolato i suoi nipotini una bella fetta di pane e nutella.
L’espansione del Gruppo è tuttora in corso, basti pensare che ad agosto dell’anno scorso Ferrero ha realizzato la prima acquisizione internazionale conquistando la britannica Thorntons, e ad oggi i vertici del Gruppo non escludono altre operazioni analoghe. La Ferrero, operando già al di fuori del mercato del cioccolato, punta ad incrementare un business diversificato, con l’obiettivo di catturare i bisogni dei consumatori nel mercato allargato dello sweet snacking. Altra aspirazione dell’azienda è consolidare la presenza sui mercati extra europei, attività che ha iniziato a svolgere dal 2007 con l’inaugurazione di stabilimenti in Canada, Messico, Russia, India, Turchia e Cina.

 

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