Tamponi contaminati in Gran Bretagna, trovate tracce di coronavirus

Tamponi contaminati in Gran Bretagna

Tamponi contaminati in Gran Bretagna

Kit infetti: la notizia shock del Telegraph

Alcuni kit di tamponi per il coronavirus destinati alla Gran Bretagna erano contaminati da tracce di Covid-19. Gli strumenti, provenienti dalla compagnia Eurofins, sarebbero dovuti arrivare nei laboratori britannici. L’azienda, però, ha informato le autorità che ci sarebbero stati dei ritardi nelle consegne. La ditta ha poi spiegato che l’attesa in Gran Bretagna dipendeva dalla presenza di tamponi contaminati dal virus. Le modalità di contaminazione, tuttavia, non sono state chiarite.




UK, è caos tamponi a causa delle risorse insufficienti

L’importazione di test dall’estero è il risultato  della mancanza di risorse sufficienti per effettuare tamponi di massa in Gran Bretagna. Infatti, a causa della carenza di kit e laboratori adatti, la quantità di test prodotta non basta a diagnosticare l’eventuale positività di tutte le persone con sintomi.

Solo il 20 marzo scorso, Boris Johnson ha operato un cambio di rotta nella gestione dell’emergenza. Il governo britannico ha annunciato di essere al lavoro per aumentare il numero dei test disponibili. La decisione è arrivata a seguito di numerose critiche, tra cui le dichiarazioni del professor Anthony Costello, ex direttore dell’OMS. Durante un’intervento su BBC Radio 4, il dottore ha paragonato gli sforzi della Gran Bretagna a quelli di altri Paesi, giudicandoli minimi.

Il Regno Unito non sta usando le sue risorse in modo efficiente come altri Paesi. Ad esempio, la Germania sta effettuando 70.000 test al giorno.

L’appello della regina Elisabetta: “Restiamo uniti”

Dopo 18 anni, la sovrana è tornata a parlare alla nazione in un discorso trasmesso in tv. Proprio nelle stesse ore, si è diffusa la notizia del ricovero in ospedale di Boris Johnson per il peggioramento delle sue condizioni. La regina Elisabetta ha esortato i cittadini alla calma e alla disciplina:

I britannici siano all’altezza.

Considerando l‘iniziale sottostima dell’emergenza, il ridotto numero di test e il dramma del personale sanitario senza di DPI, però, ad oggi il monito rimane tristemente inascoltato.

Laura Bellucci

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