Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di un giochino virtuale chiamato Tamagotchi.
Negli anni ’90, questo gioco elettronico era molto popolare tra i bambini.
Presentato dall’azienda giapponese Bandai Namco nel 1996, il Tamagotchi andò letteralmente a ruba. Si trattava di un piccolo dispositivo portatile dotato di un micro-schermo su cui appariva un esserino dalla figura stilizzata. La grafica non era nulla di eccezionale, ma i bambini non erano interessati a questi dettagli: era scoppiata la Tamagotchi Mania!
L’obiettivo era quello di accudire la creatura, provvedendo ai suoi bisogni e mantenendo il suo buonumore. Era proprio questa responsabilità ad entusiasmare i bambini. Giocavano a fare i genitori in miniatura, e prendevano molto sul serio la loro missione. Il Tamagotchi rappresentava una novità, in quanto non era un videogioco tradizionale, bensì un simulatore di vita.
Abbiamo sempre pensato che si trattasse un animaletto. Invece esso era un alieno nato da un uovo lasciato sulla Terra. La parola “Tamagotchi” è l’unione di due parole: tamago (“uovo” in giapponese) e watch (“orologio” in inglese).
Il piccolo alieno fece letteralmente impazzire bambini e genitori… ma non allo stesso modo. Erano tante le mamme a cui i figli affidavano i loro piccoli mentre erano a scuola. Il giochino era, senza dubbio, uno dei più odiati dai genitori.
Per non parlare di quando, a causa di una svista, la creaturina moriva: pianti a non finire!
Nostalgici degli anni ’90, preparatevi: il mitico Tamagotchi è tornato! A rilanciarlo è sempre la Bandai Namco, la celebre azienda produttrice di giocattoli. Al momento, purtroppo, il gioco è disponibile solo in Giappone, dove sta spopolando. Il prezzo è di 16 euro (da noi, ricordiamo, costava 25mila lire).
L’obiettivo è sempre quello di prendersi cura del piccolo alieno, non facendogli mancare nulla e intrattenendolo. L’unica differenza sta nelle dimensioni: il nuovo Tamagotchi è più piccolo. Inoltre adesso lo schermo è quadrato, non più rettangolare.
Si spera che il nuovo Tamagotchi arrivi presto anche in Italia. Sarà molto carino giocare di nuovo con lui. I trentenni – ragazzini negli anni ’90 – torneranno bambini per un po’. Chissà, magari il giochino virtuale appassionerà anche i bambini di oggi.
Veronica Suaria