Dopo gli episodi di Casal Bruciato, la Finanza ha iniziato un’indagine che vedrebbe una dipendete comunale al servizio di CasaPound. Lei “Assurdo. Io lavoro e basta”
Talpa per CasaPound: una dipendente comunale che segnalerebbe ai militanti di CasaPound nome e nazionalità degli assegnatari di case popolari nella periferia di Roma. Sono certi di questa teoria gli agenti della Finanza capitolina.
La storia ha inizio qualche mese fa quando, sull’edificio occupato da CasaPound, viene avviata un’inchiesta della procura generale della Corte dei Conti. Da qui una perquisizione approfondita nell’ottobre scorso, che si svolse con modalità non poco insolite. Infatti gli occupanti erano stati avvisati dell’accertamento e inizialmente hanno impedito l’accesso alla polizia giudiziaria. Quindi la scoperta dei finanzieri del Nucleo di polizia Tributaria che sta indagando: da un incrocio di dati è saltato fuori che una delle occupanti abusive di quel palazzo è una dipendente del Comune.
La donna, una maestra d’asilo, non solo potrebbe permettersi una casa ma non rientra neppure nelle categorie cosiddette fragili, proprio perché dipendente comunale.
Seppur le indagini siano ancora all’inizio, due sono gli elementi che avvalorerebbero l’ipotesi di una talpa per CasaPound. in primo luogo, la donna conosce bene i vertici di CasaPound che la ospita all’interno del suo edificio simbolo. In secondo luogo, la donna avrebbe accesso a una serie di informazioni privilegiate che vengono dagli uffici comunali, fra cui anche quelle delle politiche abitative che gestiscono le assegnazioni di alloggi popolari.
Il sospetto
I primi a sospettare di una talpa in Campidoglio sono stati i sindacati dell‘Unione Inquilini dopo i fatti di Casal Bruciato. Quando erano esplosi disordini fomentati proprio da CasaPound. Il segretario dell’Unione Inquilini, Fabrizio Ragucci, ha parlato di “dipendenti infedeli all’interno dell’ufficio assegnazioni”, come riportato dal Corriere della Sera.
La maestra: “Assurdo, io lavoro e basta”
Queste le parole della maestra all’ANSA: ” Io esco per andare a scuola e basta. Faccio da anni il mio lavoro con amore e passione dedicandomi anima e cuore. Queste dichiarazioni mi sembrano veramente assurde“.
Mentre Davide Di Stefano, responsabile romano di CasaPound, parla di “fantascienza“. E prosegue “Non c’è nessuna talpa, ci chiamano gli abitanti dei quartieri che ci conosco perché in passato abbiamo magari organizzato manifestazioni, sistemato qualche parchetto o distribuito, come ad esempio a Torre Maura, pacchi alimentari“.
Sulla vicenda, a breve la Finanza presenterà una relazione alla Procura di Roma.
Francesca Peracchio