Morti per il tallio, l’avvelenatore forse adepto di una setta: ‘ Non saprete mai perché…’

tallio, fotogramma La Repubblica

Mattia Del Zotto, 27 anni si è reso protagonista di una drammatica vicenda di cronaca nera e per i crimini commessi si è guadagnato il soprannome di “mostro del tallio”.

Voleva probabilmente sterminare tutta la famiglia, ma la sua follia omicida è stata fermata da una mail in bozza salvata sul suo cellulare. Si trattava della richiesta ad un fornitore del tallio, l’ennesimo sollecito. Anche i tabulati del suo cellulare hanno contribuito a dipanare la matassa di questo caso di avvelenamento che viene da Nova Milanese, in provincia di Monza e Brianza. Del Zotto è ora in carcere accusato di tre omicidi (gli anziani nonni e una zia) e cinque tentati omicidi.

Nuove ossessioni

È la madre a rompere il silenzio con gli inquirenti. Racconta di suo figlio, Mattia e di come sia cambiato radicalmente nell’ultimo periodo. Dal frequentare una palestra, prendersi cura del suo aspetto, uscire con gli amici e andare al lavoro è passato ad uno stato di quasi totale solitudine, completamente rannicchiato su sé stesso. Ore ed ore solo davanti al pc. Complice infelice di questo atteggiamento anche la perdita del lavoro, la cui data coincide con l’inizio delle ossessioni di Mattia. Il mondo del 27enne si infeltrisce. Cominciano anche accese discussioni con i genitori tanto che il padre era intenzionato a cacciarlo di casa, ma la madre, come la stessa racconta, si è opposta radicalmente. In qualche modo anche lei era spaventata dagli atteggiamenti quanto meno bizzarri del figlio, ma non credeva che la soluzione fosse allontanarlo. Bizzarrie innocue ma folli come il fatto che non volesse più guidare perché aveva paura che qualcuno “potesse fargli i fari da dietro”.



La setta trovata tramite il web?

Con la scusa di cercare lavoro sul web, le ore in solitudine davanti allo schermo si trasformano nella ricerca di altro. Di risposte, forse. Fatto sta che Mattia approda ad una sorta di setta chiamata Concilio Vaticano II, come ha testimoniato la mamma Cristina Palma. Non ci sono dettagli su questo gruppo e ancora non è trapelato niente, di certo è che l’atteggiamento di Mattia era completamente cambiato. Ossessioni e stranezze difficili da nascondere anche se la madre non ha mai pensato che potesse giungere a fare del male.

L’incubo ha inizio

Tutto comincia dopo l’estate, il 30 settembre, quando la zia, Patrizia del Zotto, 62 anni viene ricoverata insieme alla sorella, 58 anni. Si parla subito di avvelenamento e si ipotizza possa essere avvenuto per contatto: nella casa delle vacanze di Udine ci sono molti escrementi di piccione. Ma pochi giorni dopo muore anche il padre di Patrizia e il 13 ottobre la madre. Altre persone vicine alla famiglia avevano avuto gli stessi sintomi e grazie ad un’intuizione degli inquirenti, che hanno indagato su più fronti, si è, infine, giunti all’ipotesi che vi fosse qualcosa di più atroce e premeditato. Da qui la ricostruzione del diabolico piano di Mattia che, una volta arrestato, ha dichiarato, quasi come una sfida che:

Non saprete mai perché l’ho fatto…

Un killer lucido

Forse le motivazioni di questo folle piano rimarranno solo nella sua mente, certo è che non sono stati omicidi compiuti confusamente, al contrario. Il killer è sempre stato lucido, anche nelle ordinazioni del potente veleno, sempre attento a non essere rintracciabile. Una grande quantità di tallio è stata trovata ancora inutilizzata, cosa che fa credere agli inquirenti che il giovane fosse solo all’inizio della sua strage. Del resto una volta procuratosi il tallio versarlo nelle tisane o in altre sostanze alimentari dei suoi parenti non era difficile: nessuno avrebbe potuto immaginare una cosa simile.

Il tallio

Ricordiamo che il tallio è un veleno usato per creare insetticidi o topicidi ed è per questo motivo che si trova in commercio. Non è nuovo, comunque, anche il suo utilizzo per compiere omicidi. Ne sapeva qualcosa Agatha Christie che lo utilizzò come arma del delitto in uno dei suoi romanzi. I sintomi sono comuni: diarrea, nausea, vomito, febbre alta. L’avvelenamento può avvenire per assunzione o per contatto ed essendoci molto tallio, per esempio negli escrementi di piccione, quasi mai si arriva a pensare ad un atto intenzionale di omicidio. Cosa sui cui, probabilmente, contava Mattia per farla franca. Almeno fino a quando non avesse terminato la sua strage. Ora, in carcere, il giovane chiede solo libri di religione ebraica.

Marta Migliardi




Exit mobile version