Talete di Mileto è stato un filosofo, astronomo e matematico greco antico vissuto nel VI secolo a.C
Talete di Mileto è una figura chiave del pensiero occidentale, nonché una delle più importanti della conoscenza scientifica: egli caratterizzò la concezione naturalistica, piuttosto generale nei filosofi di allora, con l’osservazione dei fenomeni e una dimostrazione puramente logica. Di Talete non ci rimane nessun libro, se mai ne abbia scritti, ma ci sono giunte diverse testimonianze sul suo pensiero e sulla sua vita.
Sulla sua attività di filosofo, Aristotele parlando dei naturalisti – coloro i quali riconducono l’essenza delle cose a principi materiali – afferma come Talete riconosca come principio di tutte le cose, ovvero come archè, l’acqua, e che sia stato il primo a domandarsi di cosa siano fatte le cose e quale sia la loro origine.
La fama della sua attività di astronomo, invece, è legata molto alla vittoria dell’agone dei Sette sapienti e sulla presunta previsione di un’eclissi solare. Apuleio, Diogene Laerzio e altri scrittori antichi lo ricordano per essere “il più grande tra quei sette uomini ricordati per la loro sapienza”, e sarebbero state proprio le sue competenze astronomiche a valergli questa vittoria. Inoltre, avrebbe predetto una storica eclissi solare – forse avvenuta il 28 maggio del 585 a.C. – durante la battaglia tra i Lidi e i Medi. Ma come avrebbe potuto predire un’eclissi solare, ritenendo che la Terra fosse piatta? Infatti, al di là del prestigio storico di questo aneddoto, Talete non possedeva le capacità astronomiche necessarie per predire un evento cosmico simile, e pare che abbia utilizzato un calcolo basato sull’alternanza dei fenomeni cosmici nel calendario. Egli infatti, al pari dei cosiddetti terrapiattisti, riteneva che la terra fosse piatta, e aveva soltanto individuato su questa superficie alcune costellazioni, come l’Orsa Maggiore e le Pleiadi.
Cicerone ci racconta le tappe fondamentali del globo celeste in un passo della Repubblica
Tuttavia secondo Cicerone, il primo ad aver rappresentato la Terra sotto forma di globo, sarebbe stato proprio Talete, che costruì una sfera liscia e senza costellazioni. Queste, sarebbero state aggiunte da Eudosso di Cnido nel IV secolo a.C., insieme ai cerchi celesti. Infine, Arato ha rappresentato in letteratura il globo con i suoi Fenomeni.
Questo dato troverebbe conferma in una delle due interpretazioni che sono state date a un mosaico conservato al Museo Archeologico di Napoli, quella scartata dallo stesso Museo: ovvero, l’interpretazione che vede nel mosaico una rappresentazione dei Sette sapienti, tra cui anche Talete vittorioso. Questa visione è contrastata perché non è possibile interpretare l’uomo al centro come un astronomo, e quindi come Talete, perché è presente una sfera, che nell’iconologia dell’astronomo è il globo terrestre, ma, come abbiamo già detto, per Talete la Terra era piatta. Inoltre il globo presenterebbe i cerchi celesti, che non si conoscevano all’epoca di Talete. Così, si ritiene che il mosaico rappresenti la Scuola di Platone, e che quello sullo sfondo sia il Partenone
Francesca Santoro