L’Argentina è stata recentemente teatro di proteste su vasta scala contro i tagli al finanziamento delle università pubbliche, decisi dall’amministrazione del presidente ultra-liberista Javier Milei. Queste manifestazioni, che hanno coinvolto decine di migliaia di persone, sono emerse come espressione di un crescente malcontento nei confronti delle politiche di austerità e della situazione economica precaria del paese. Sono esplose però, nella giornata di ieri, con la decisione del Presidente, di attuare numerosi tagli all’istruzione in Argentina.
In questo contesto, studenti, docenti e personale universitario hanno espresso la loro preoccupazione per il futuro delle istituzioni educative pubbliche e hanno rivendicato un maggiore sostegno finanziario e un adeguamento degli stipendi. In questa rielaborazione, esploreremo le origini delle proteste, le rivendicazioni degli universitari, la giustificazione del presidente Milei e l’ampliamento delle manifestazioni in tutto il paese. Infine, rifletteremo sul significato e sull’impatto di questa mobilitazione su scala nazionale.
Proteste contro i tagli universitari
Martedì decine di migliaia di persone hanno protestato a Buenos Aires contro i tagli all’istruzione in Argentina e, in particolare, a molte delle università pubbliche. Questa è stata appunto una decisione presa e firmata dall’amministrazione di Milei. Quest’anno il governo ha mantenuto i finanziamenti all’università allo stesso livello del 2023, ma con l’altissima inflazione del paese, il valore di quei fondi in termini reali si è praticamente azzerato.
Per il 2024, secondo i dati, si stima che il budget per le università pubbliche sia calato almeno del 72% rispetto all’anno precedente, colpendo molti dei più importanti e prestigiosi atenei dell’America Latina. Alta è la preoccupazione sopratutto nei confronti dei tagli all’istruzione in Argentina che ha colpito gli atenei scientifici e, in particolare, quelli che operano funzioni sanitarie.
A proposito di ciò, in Argentina è ancora in corso un’epidemia di dengue che ha contagiato oltre 150 mila persone: è quindi molto importante che la ricerca medica nelle università argentine sia portata avanti e finanziata in maniera massiccia, per garantire la salute e la protezione a tutti gli abitanti del paese. L’inflazione, intanto, è sempre più galoppante, come anche ha dichiarato l’FMI, e si stima che il 2024 porterà un aumento dei prezzi del 149%.
Giustificazione dei tagli da parte di Milei e la risposta del popolo argentino
Javier Milei, presidente ultraliberista, ha giustificato i tagli dicendo che le università pubbliche sono centri di indottrinamento socialista in cui si fa il «lavaggio del cervello». Milei, eletto l’anno scorso, ha promosso un controverso programma elettorale che prevede ampi tagli nella spesa pubblica, presentati come l’unico modo per risollevare l’economia dell’Argentina, afflitta da una grave crisi economica.
Intanto però la popolazione non è rimasta passiva ai tagli dell’istruzione in Argentina e nella giornata di ieri sono scese in piazza più di mezzo milione di persone che ha protestato a gran voce contro la politica ultra-liberista e austera di Milei, che porterà il paese alla totale disfatta economica. L’educazione pubblica, così come gli altri servizi di Welfare, sono sempre stati molto efficienti nel paese latino. Ma da qualche decennio a questa parte, si è assistito ad un crollo drastico dei finanziamenti statali e quindi, ad un calo anche delle prestazioni e le energie sociali ed economiche.
L’istruzione pubblica è un punto fondamentale della società argentina, rinomata e fortemente invidiata da tutto il resto dell’America Latina. Ma con la decisione di Milei di privatizzare – creando così scuole e università di serie A e di serie B – la popolazione si è sentita attaccata e compromessa per le conseguenze che la privatizzazione economica avrebbe portato: povertà, disparità e malcontento sociale.
Proteste su vasta scala contro il malessere economico
Le proteste contro i tagli all’istruzione in Argentina hanno coinvolto una vasta gamma di partecipanti, tra cui studenti, genitori, insegnanti, personale universitario, sindacati e rappresentanti dell’opposizione. A Buenos Aires, la protesta ha raggiunto proporzioni notevoli, con stime della partecipazione che variano da 100.000 a 150.000 persone secondo fonti della polizia, fino a mezzo milione secondo l’università di Buenos Aires. Le proteste contro i tagli all’istruzione in Argentina non si sono limitate a Buenos Aires, ma si sono estese a molte altre città e province dell’Argentina. Anche nelle province, dove sono presenti molte delle università pubbliche del paese, si sono tenuti cortei e manifestazioni di solidarietà.
Milei, rispondendo alle molteplici piazze che si sono organizzate contro la sua presidenza, ha fatto trasparire una politica corretta e positiva che ha l’obiettivo di risollevare il paese. Molta propaganda e pochi fatti, in realtà. Il 2024 infatti si prospetta essere uno degli anni più difficili nonché conseguenza drastica delle ultime economie intraprese in Argentina. Tra gennaio e marzo, si stima che l’inflazione sia aumentata del 51,6%.
Rivendicazioni degli universitari nella protesta ai tagli all’istruzione in Argentina
Gli universitari hanno espresso preoccupazione per il futuro delle istituzioni educative pubbliche, sottolineando l’importanza di garantire un’istruzione di qualità e accessibile a tutti. Hanno chiesto un aumento dei finanziamenti per le università pubbliche e un adeguamento degli stipendi del personale universitario, rimasti al di sotto dell’inflazione.
Hanno poi chiamato la popolazione a unirsi nello sciopero generale del 1 maggio per protestare, di nuovo e insieme, contro le politiche di austerità del governo di Milei, anche grazie agli aiuti dei sindacati.
Riflessioni sul significato e sull’impatto
Queste proteste contro i tagli all’istruzione in Argentina rappresentano una significativa espressione di dissenso nei confronti delle politiche di austerità e delle visioni ultraliberiste del governo. Riflettono anche una crescente consapevolezza della necessità di proteggere e sostenere l’istruzione pubblica come fondamento della società argentina, oltre che come diritto fondamentale di base per ogni essere umano. Resta da vedere se queste manifestazioni porteranno a un cambiamento nelle politiche del governo o se continueranno a essere un punto di riferimento per future mobilitazioni e lotte sociali.