“Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono”
Cantava Giorgio Gaber nei lontanissimi anni 2000. Eh beh, caro Giorgio, se ci stai guardando, non prenderla troppo a male, ma qui la situazione è sempre peggio. L’Italia agli italiani? Col cavolo. L’Italia agli ignoranti! Tutti i tagli alla cultura lo testimoniano.
Questo maledetto Coronavirus ha messo in luce tutte le pecche del nostro sistema e del nostro governo. La Sanità al collasso non è che l’estremo risultato di 40 anni di tagli. Mancano medici, infermieri e posti letto. Mancano addirittura guanti e mascherine! E ovviamente ci si accorge delle carenze solo nel momento del bisogno. In tempo di pace, alla fin fine, si vive bene lo stesso. Adesso però siamo in guerra e stiamo combattendo con spade e baionette contro una bomba biologica. Essi, dai, tanto siamo bravi ad arrangiarci. E meno male!
I nostri partigiani stanno lottando con le unghie e coi denti per la liberazione. Quando tutto questo sarà finito, perché prima o poi dovrà pur finire, sapremo mai ringraziare a dovere? Stanziare fondi adeguati al sistema sanitario, sulla carta uno dei migliori al mondo, sarebbe un buon punto di partenza per esprimere gratitudine.
Tuttavia, in questi anni i taglia e cuci del governo non si sono limitati alla sanità, ma hanno coinvolto tutti i campi più importanti, compresi cultura, ricerca e istruzione. Ma che cavolo fate?! E’ così soddisfacente esaltarsi per i risultati raggiunti dalla nostra élite d’intellettuali e scienziati. “Che bello! Un italiano ha detto questo, ha fatto quello!” WOW COME SIAMO INTELLIGENTI! Peccato che il più delle volte quegli stessi risultati vengano raggiunti in strutture straniere, sicuramente più adeguate delle nostre.
Mai sentito parlare della fuga dei cervelli? Il fenomeno dura da parecchi anni. I nostri grandi pensatori ci abbandonano e fanno bene! Eppure, invece di invertire il processo, si continuano a mutilare proprio quei settori che potrebbero incentivare la crescita del paese. Sarebbe meraviglioso restare a casa propria e lavorare da professionista, peccato non ci siano i presupposti. Qual’è la soluzione? Ovviamente i tagli alla cultura e alla ricerca!
Chi prende la triste decisione di restare, deve fare i conti con tutta una serie di problematiche che rendono molto difficile diventare un’eccellenza italiana in Italia. Se i tagli alla Ricerca continuano, come si fa a mettersi al passo coi paesi stranieri? Se la Cultura e l’Istruzione subiscono continue dissezioni e smembramenti, si cresce un popolo di capre, non d’intellettuali. Per renderci conto delle mancanze del sistema sanitario abbiamo avuto bisogno di un’emergenza mondiale. Per quando riguarda cultura e istruzione, i dati OCSE sull’analfabetismo in Italia parlano chiaro ormai da parecchi anni (a esempio, solo il 0,6% dei quindicenni italiani raggiunge livelli elevati di preparazione). Il Coronavirus ha mostrato le pecche di un solo sistema. Cosa si deve aspettare prima di rendersi conto del bassissimo livello d’istruzione?! Che nessuno sappia più parlare in italiano, ma solo in dialetto? Ci siamo abbastanza vicini tra l’altro.
Questo bel paese, pieno di poesia, ha tante pretese ma nel nostro mondo occidentale è la periferia!
I nostri ricercatori sono la categoria più colpita da questa abbondate mietitura. L’orgoglio italiano è costantemente mortificato. Che peccato mortale! Possiamo vantare davvero grandi menti, che però vengono represse. E’ tanto bello farsi fregio dei risultati ottenuti, senza apportare un minimo di contributo. Siamo il paese delle contraddizioni: si toccano picchi altissimi nei campi più svariati, ma si fa poco o niente per incentivarne la crescita; ci sentiamo tutti estremamente coinvolti dal successo di un nostro compaesano, ma nel frattempo discriminiamo chi arriva al Nord, chi arriva dal Sud, chi arriva dalla Luna, chi al naso troppo lungo, chi troppo corto, chi è donna, chi è uomo, chi è etero e chi è gay, chi è giovane, chi è vecchio, ecc… ecc… ecc… la lista potrebbe essere bella lunga!
Intanto le fila degli ignoranti s’ingrossano, ma in fondo va bene così! Chi se ne importa?! Si vive felice nell’ignoranza. Meno si pensa, meno sono le rogne con cui fare i conti. Meglio fare come Homer Simpson, che nel cervello ha le scimmiette che suonano i piatti. Il governo taglia, ma pochi s’inquietano. Dopotutto, se in 40 anni di tagli alla Sanità si fosse fatto qualcosa per evitarlo, adesso non avremmo bisogno di raccapezzarci a destra e a manca per risolvere una situazione sempre più critica. Siamo estremamente fortunati che non tutti i professionisti ci abbiamo abbandonato. Altrimenti col cavolo che avremmo affrontato il momento attuale.
Eppure, non si fa nulla per combattere l’ignoranza, anzi, semmai la si esalta. In fondo, un paese di stupidi si gestisce meglio. Ma quanto è degradante? Andando in questa direzione, non ci sarà mai margine di crescita. Abbiamo possibilità che non vengono sfruttate perché i tagli alla cultura e alla ricerca ammazzano ogni ipotesi di sviluppo sul nascere . Si preferisce ostacolare la cultura, anziché portarla in voga! Chi ha grosse potenzialità, trova il modo di emergere all’estero. Chi resta in Italia, non viene minimamente messo in condizione di raggiungere buoni obiettivi. Essere premiato per il proprio talento è un calvario. Queste cose vengono dette da anni, ma il margine di miglioramento è piuttosto basso.
Nanni Moretti, in un celebre film, gridava “Te lo meriti Alberto Sordi“. Sebbene il sarcasmo, noi proprio non ce lo meritiamo Alberto Sordi. Non ci meritiamo Giorgio Gaber, non ci meritiamo Andrea Camilleri, non ci meritiamo Luca Parmitano, non ci meritiamo Fabiola Gianotti! Non ce li meritiamo, perché il loro esempio è perso. E senza di loro, cosa ci rimane? All’estero ci considerano il paese di mafiosi, dei mangioni e dei truffatori. E come si fa a dargli torto se preferiamo mettere in luce tutte le nostre mancanze che le nostre eccellenze?
I tagli alla cultura, all’istruzione e alla ricerca aumentano. Taglia di qua, taglia di là e si educa un popolo a non leggere un testo di difficoltà medio-alta. Ma sì, esaltiamo l’ignoranza. E’ molto meglio così, risulta tutto più facile. Altrimenti come si fa a governare?!
Ci educano alla stupidità e noi siamo pure contenti!
Antonia Galise