Negli ultimi undici anni, il settore sanitario pubblico italiano ha vissuto una preoccupante e costante riduzione delle risorse dedicate al personale. Secondo un recente rapporto pubblicato dalla Fondazione Gimbe, tra il 2012 e il 2023, la spesa complessiva per i dipendenti del Servizio sanitario nazionale (Ssn) è diminuita di oltre 28 miliardi di euro. Un dato ancora più allarmante è che più della metà di questa riduzione — circa 15,5 miliardi di euro — si è verificata solo negli ultimi tre anni, dal 2020 al 2023.
I costi dei “tappabuchi” privati
Una parte significativa delle risorse che avrebbero dovuto essere impiegate per rafforzare gli organici del personale pubblico è stata invece destinata a compensare le carenze attraverso l’utilizzo di gettonisti privati. Nel solo 2023, la spesa per retribuire questi professionisti esterni è raddoppiata rispetto agli anni precedenti. Questa strategia, seppur necessaria per garantire la continuità del servizio, ha un costo elevato e non rappresenta una soluzione strutturale alle criticità del sistema. L’impiego crescente di gettonisti è emblematico delle difficoltà nel reperire personale medico e infermieristico stabile, alimentando una spirale di instabilità.
La fuga dal settore pubblico
Le condizioni di lavoro nel Servizio sanitario nazionale sono in progressivo peggioramento, un fattore che sta spingendo sempre più professionisti a lasciare il settore pubblico per passare al privato o emigrare all’estero. Il malcontento tra medici e infermieri è tangibile: carichi di lavoro insostenibili, turni estenuanti e una retribuzione spesso percepita come inadeguata rispetto alle responsabilità. Questa situazione ha portato a una significativa emorragia di risorse umane, con un impatto diretto sulla qualità dei servizi sanitari offerti alla popolazione.
Specializzazioni in crisi
Le difficoltà del Ssn non si limitano alla carenza di personale medico generico. Settori fondamentali come l’emergenza-urgenza, la patologia clinica e la radioterapia stanno affrontando una crisi ancora più acuta. Queste discipline, vitali per il funzionamento dell’intero sistema, soffrono di una cronica mancanza di specialisti. L’assenza di incentivi adeguati e la percezione di condizioni di lavoro sfavorevoli scoraggiano i giovani medici dal scegliere queste specializzazioni, creando un vuoto difficile da colmare.
Le conseguenze per i cittadini
La riduzione del personale e le difficoltà nel reclutamento di nuovi professionisti hanno conseguenze dirette e tangibili per i cittadini. I tempi di attesa per visite specialistiche, interventi chirurgici e diagnosi si sono allungati, aumentando il rischio di complicazioni per i pazienti. In alcuni casi, le strutture sanitarie sono costrette a ridurre o sospendere temporaneamente determinati servizi per mancanza di personale, lasciando intere comunità prive di cure essenziali.
Un decennio di tagli
L’attuale crisi affonda le sue radici nelle politiche di austerità adottate negli ultimi dieci anni. La necessità di contenere la spesa pubblica ha portato a una riduzione sistematica degli investimenti nel settore sanitario. Se da un lato queste misure hanno permesso di mantenere sotto controllo il bilancio dello Stato, dall’altro hanno avuto un impatto devastante sulla capacità del Ssn di attrarre e mantenere personale qualificato. I tagli hanno interessato non solo le retribuzioni, ma anche le opportunità di formazione e aggiornamento professionale, aggravando ulteriormente il problema.
Le proposte di Gimbe per invertire la rotta
Nel suo rapporto, la Fondazione Gimbe non solo denuncia le criticità del sistema, ma propone anche alcune soluzioni per affrontare la crisi. Tra le misure suggerite vi sono l’incremento degli investimenti nel personale sanitario, la revisione delle politiche retributive per rendere più competitivo il settore pubblico e la promozione di programmi di formazione e specializzazione. Secondo Gimbe, è indispensabile anche ridurre la dipendenza dai gettonisti privati e adottare strategie di reclutamento più efficaci per attrarre giovani talenti.
Il futuro del Servizio sanitario nazionale
Garantire un sistema sanitario efficiente e inclusivo è una priorità non solo per la salute della popolazione, ma anche per la coesione sociale e il benessere del Paese nel suo complesso.
Il rapporto Gimbe offre così un quadro dettagliato e preoccupante dello stato attuale del Ssn, evidenziando le cause e le conseguenze di una riduzione sistematica della spesa per il personale sanitario.