Le Nazioni Unite apportano tagli ai fondi dei Paesi africani, il PAM considera drammatica la decisione presa ma non vede alternative valide.
A causa della mancanza di risorse finanziarie l’agenzia delle Nazioni Unite ha apportato tagli ai fondi dei Paesi africani a partire dal mese di dicembre. L’America si trova in difficoltà ormai da un anno, è dal 2022, infatti, che le richieste di aiuti sono aumentate improvvisamente. Più precisamente, l’incremento è stato di un terzo rispetto all’anno precedente, inoltre a peggiorare la situazione si è aggiunto un brusco calo dei finanziamenti.
La crescita delle donazioni, seppur molto presente, non è riuscita a contrastare l’aumento significativo delle richieste di fondi. Le Nazioni Unite hanno cercato di invertire la tendenza ma gli sforzi sono stati vani, nel 2022 avevano riscontrato un deficit di 22 miliardi e non si sono fatti intimorire. Nel 2023 hanno chiesto un finanziamento di 54 miliardi di dollari ma le previsioni indicano un peggioramento per quanto riguarda il deficit riscontrato nell’anno precedente.
A gravare ulteriormente sulla situazione sono le condizioni climatiche in cui i Paesi in difficoltà si trovano. Un esempio è l’Afghanistan, che si trova ad affrontare il terzo anno consecutivo di siccità. L’acqua è scarsa e, di conseguenza, anche trovare cibo diventa una sfida. Le famiglie sono in una situazione di estrema criticità, tuttavia l’agenzia delle Nazioni Unite si troverà obbligata ad escludere altri 2 milioni di persone dall’assistenza alimentare a causa della mancanza di fondi.
Pur non avendo trovato il modo di risolvere il problema, il Programma alimentare mondiale si rende conto della situazione drammatica. Purtroppo, non vi è un’alternativa valida alla decisione presa dalle Nazioni Unite di apportare tagli ai Paesi africani. Anche la maggiore organizzazione umanitaria, che da anni lotta contro la fame e la malnutrizione nel mondo, si trova messa in ginocchio dalla mancanza di fondi e dal peggioramento delle condizioni climatiche.
Sono da tenere presenti, inoltre, i conflitti che hanno un forte impatto sulla disponibilità di risorse tanto economiche quanto alimentari. Il PAM opera da sempre nei paesi in cui si consumano i conflitti in quanto, a causa di essi, il numero delle persone denutrite è tre volte superiore alla media registrata nei paesi dove non ci sono guerre.
Nel 2021 il Programma alimentare mondiale aveva lanciato un appello in cui chiedeva alla comunità internazionale di investire maggiori fondi negli aiuti umanitari. La risposta della Svizzera ha costituito uno tra i maggiori contributi ma non è bastata ad invertire la tendenza negativa dei fondi.
Di questo passo, le previsioni future sono estremamente pessimistiche. Si stima che alla fine del 2023 ci sarà un drammatico aumento delle persone in condizioni di emergenza. I conflitti che continuano a scoppiare e ad essere portati avanti in diverse parti del mondo non fanno altro che peggiorare una situazione già gravissima.