Nuove frontiere tecnologiche: La t-shirt che controlla cuore e respiro
Il cuore è il motore che pompa sangue nel nostro corpo. Il motore della vita insieme al cervello che controlla funzioni come quella respiratoria. Un meccanismo complesso che permette al nostro organismo di sopravvivere. Quando però incontriamo disturbi e patologie, la nostra vita per un attimo si ferma. Fino a che la tecnologia prova a salvarci con le sue creazioni. E’ tutto italiano il nuovo progetto che probabilmente segnerà un passo verso nuove e più avanzate tecnologie. Si tratta di X10X.com, ed è la t-shirt wireless in grado di monitorare cuore e respiro. Il dispositivo tecnologico, sperimentato dall’Unita di Scompenso, Cardiologia Clinica e riabilitativa del centro Cardiologico Monzino di Milano, è descritto come una seconda pelle…ma elettronica.
Oltre ad essere un indumento facile da indossare, la t-shirt frutto di una tecnologia avanzatissima è in grado contemporaneamente di eseguire ”Holter, elettrocardiogramma e polisonnografia, senza elettrodi né cavi, grazie a particolari micro trasduttori incorporati all’interno del tessuto stesso” come spiega PierGiuseppe Agostoni, direttore dell’unità.
Lo studio condotto su un gruppo di persone sane tra i 20 e gli 80 anni, ha dimostrato che la maglietta è in grado di valutare l’attività cardiaca, permettendo così di tenere sotto controllo il battito del cuore del paziente nelle varie fasi della vita. Inoltre con questo strumento si può anche esaminare la frequenza respiratoria attraverso i movimenti della gabbia toracica, segnalando anche possibili disturbi come le apnee notturne.
Grazie quindi a dei sensori speciali, la maglietta wireless diventa un oggetto indispensabile. Sia per chi soffre di disturbi cardio/respiratori che per coloro che vogliono tenere sotto controllo il proprio benessere. Un’invenzione che può cambiare il modo di curare. infatti, la peculiarità della t-shirt risiede proprio nel poterla indossare e controllarsi in modo autonomo.
“Questo dispositivo – conclude Agostoni – rappresenta anche un cambio di paradigma dal punto di vista culturale. Per la prima volta infatti il proprietario dei dati è l’individuo e non più l’ospedale, e ciò comporterà necessariamente nel tempo un modo nuovo di intendere e costruire la medicina”.
Silvia Rosiello