Svolta gender neutral per il Festival del cinema di Berlino: aboliti i premi “miglior attore” e “migliore attrice”

Il Festival del cinema di Berlino

Il Festival del cinema di Berlino

Il Festival del cinema di Berlino fa la storia. Dal 2021 sarà abolita la distinzione dei premi in base al genere. Invece dei due riconoscimenti alla “miglior attrice” e al “migliore attore”, verrà conferito un unico Orso d’argento “alla migliore interpretazione protagonista” seguito da quello “alla miglior interpretazione non protagonista”.

I direttori del festival, Mariette Rissenbeek e Carlo Chatrian, hanno spiegato la decisione dicendo:

«Crediamo che non distinguere i premi agli attori sulla base del genere possa dare un segnale per una maggiore sensibilità sulle questioni di genere nell’industria cinematografica».

Nell’ultima edizione del festival, l’Orso d’argento per la miglior attrice è andato a Paula Beer per Undine – Un amore per sempre; mentre  Elio Germano ha vinto l’Orso d’argento come migliore attore per Volevo nascondermi, film in cui interpreta il pittore Antonio Ligabue.

Il Festival del cinema di Berlino è il primo a prendere questa decisione

La Berlinale è il primo festival ad assumere una posizione così netta in un momento in cui il dibattito su questa tematica è molto acceso. Per la prima volta, si terrà conto solo della performance e non del genere dell’interprete. Il riconoscimento potrà essere assegnato a donne, uomini e a persone che non si riconoscono in nessuno dei due generi.

Questo cambiamento su base gender neutral  rappresenta un piccolo grande passo verso l’abbandono di un sistema di pensiero basato sulla distinzione di genere. L’attrice e attivista Asia Kate Dillon, star della serie Orange is the new black e Billions, che si riconosce in un genere non binario, in più occasioni sollevato il problema dell’assegnazione dei premi.

A questo punto, è naturale domandarsi se anche altre manifestazioni come gli Emmy, Cannes, Venezia e gli Oscar seguiranno l’esempio di Berlino.

Che sia l’inizio di una rivoluzione?

Forse, ma la vera domanda è: la distinzione di genere nei premi per attori ha ancora senso? In un’epoca in cui le identità di genere vanno ben oltre alla stretta e limitante distinzione binaria uomo-donna (omosessuali, bisessuali, transgender, transessuali, intersex, androgini, agender, crossdresser, drag king, i drag queen, genderfluid, genderqueer, intergender, neutrois, pansessuali, pan gender, third gender, third sex, sistergirl e brotherboy)?  Il dibattito è più che aperto.

Doriana Bruccoleri

 

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