La Svizzera che non ama le armi
Non si tratta di un colpo di scena, quando si parla del rapporto che lo stato-cuscinetto d’Europa per antonomasia ha con le armi e il relativo possesso delle stesse.
La tendenza elvetica è stata espressa ufficialmente alle urne, grazie al referendum di modifica di legge che inasprisce le norme sul possesso d’armi.
Attraverso una scelta che va in controtendenza con molti dei paesi confinanti la federazione, la Svizzera ha votato per una stretta più severa sul possesso delle armi, raggiungendo il 63,7 % di voti favorevoli.
La revisione della legge è stata respinta dal solo Cantone Ticino, ma il testo, approvato dal parlamento e criticato anche da una consultazione popolare, si affianca alla direttiva dell’Unione europea, che si inserisce all’interno delle nuove misure anti-terrorismo.
Gli svizzeri temono più le armi o il trattato di Schengen?
Dopo la riforma fiscale che adegua la tassazione delle imprese agli standard internazionali, la Svizzera sembra sempre più vicina alla politica europeista, pur non essendo membro dell’Unione. Essendo legata agli accordi di Schengen e Dublino, il governo, prima del voto aveva avvertito gli elettori che l’eventuale voto negativo avrebbe potuto portare a un’esclusione della confederazione dagli accordi europei.
La stretta sul possesso di armi è stata però fortemente criticata negli ambienti sportivi; specie quelli del tiro sportivo, che è molto diffuso nella confederazione elvetica. Questo dato mette in luce una grande anomalia: La notevole diffusione di armi in un paese neutrale che ha messo in allarme i produttori del settore.
Secondo una ricerca a cura della Ginevra Small Arms Survey, nel 2017 in Svizzera circolavano circa 2,3 milioni di armi: in pratica tre ogni 10 abitanti. Un dato che posiziona la Svizzera al 16esimo posto al mondo per numero di armi per abitanti.
“La popolazione ha seguito l’argomentazione sulla paura di uscire da Schengen”.
Così ha commentato Olivia de Weck, vicepresidente della lobby pro armi ProTell, che si era fortemente impegnata per non fare approvare la nuova legge.
La nuova legge però non prevede l’inclusione di un registro centrale della Svizzera, ma introduce solo il divieto per le armi semi-automatiche. Secondo le nuove disposizioni, dunque, vi sarà ancora possibilità per i collezionisti e i tiratori sportivi di acquistare armi da tiro, attraverso un’autorizzazione eccezionale, rinnovabili ogni cinque anni.
L’obiettivo della legge svizzera è di sopprimere i privilegi concessi ad alcune aziende, secondo il rispetto delle norme dell’OCSE, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, che impone l’abolizione dei regimi fiscali privilegiati, troppo spesso concessi alle società straniere.
Fausto Bisantis