L’epidemia di Ebola del 2014 ci ha colto impreparati, ma avremmo potuto non esserlo … Forse ricorderete che quando finalmente arrivò un vaccino efficace la devastante epidemia era già stata contenuta, ma dopo aver dilagato e scatenato morte e panico (il conto totale delle vittime arrivò a 11mila).
Questa nostra impreparazione colposa quando sarebbe bastato sviluppare per tempo il vaccino ha spinto alla creazione del CEPI (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations) una coalizione di soggetti pubblici e privati che ha detto “mai più” al trovarsi impreparati allo scoppio di un’epidemia quando avremmo potuto non esserlo.
Il CEPI verrà presentato all’OMS (WHO in inglese) il 21 luglio 2017, attualmente i contributori sono: il governo dell’India, il Wellcome Trust (la più grande organizzazione benefica del mondo in campo medico), il Fondo Bill e Melinda Gates, e il World Economic Forum. In questa fase di avvio il CEO ad interim è il Professor John Arne Røttingen un epidemiologo fornito dal Ministero della Salute Norvegese. Il governo della Norvegia ha promesso di contribuire ulteriormente al fondo così come quelli di Giappone e Germania e molti altri potenziali contributori pubblici e privati stanno manifestando interesse.
Sviluppo vaccini: i primi obiettivi del CEPI
Come ho scritto e come il nome stesso dice lo scopo è non farsi più trovare impreparati da epidemie perché non si sono sviluppati vaccini che si sarebbero potuti sviluppare. Gli obiettivi prioritari su cui il CEPI si concentrerà nei primi anni di vita sono: MERS (Middle East respiratory syndrome), la febbre emorragica Lassa e Nipah, ma negli interessi rientrano anche febbre Marburg, SARS, febbre della Rift Valley, chikungunya e altri.
Roberto Todini