Svetlana Tikhanovskaya e la Bielorussia in protesta

Svetlana Tikhanovskaya

Svetlana Tikhanovskaya è conosciuta come la leader dell’opposizione in Bielorussia. Schieratasi contro il governo dittatoriale di Lukashenko, aveva gridato alla libertà del paese, ormai sotto il controllo del presidente da ventisei anni.

Una candidatura necessaria

Svetlana Tikhanovskaya non è una politica, essere a capo dell’opposizione che ha reso il presidente incerto sui risultati delle elezioni non era sua intenzione. Dopo l’arresto del marito Sergei Tikhanovsky, attivista e blogger, si è candidata per proseguire la campagna elettorale che era stata negata ai tre principali avversari politici di Lukashenko: Valery Tsepkalo, Viktar Babaryka e Sergei Tikhanovsky. Il primo costretto a fuggire all’estero e gli altri incarcerati, con accuse fasulle. Così sono state le donne (Svetlana insieme a Veronika Tsepkalo e Maria Kolesnikova) a prendere in mano la campagna. Per far sembrare delle elezioni democratiche è stata permessa la candidatura di Svetlana, non ritenuta una minaccia, ma si sbagliavano.

Una nuova luce

Svetlana, dai primi incontri con l’elettorato agli ultimi comizi pieni di persone, è diventata giorno dopo giorno un faro di speranza per il popolo bielorusso. La sua campagna è stata una difesa appassionata del proprio paese, della propria gente. Le persone sono state sempre di più, e la vittoria sicura a cui auspicava il presidente ha iniziato a vacillare. Non voleva governare, il suo obiettivo non era di diventare presidente, ma di ottenere delle elezioni legittime. Desiderava l’esistenza di un’opposizione senza che fosse continuamente minacciata, che le persone potessero esprimere le loro opinioni senza avere più paura.

Le elezioni di questa estate

Il 9 agosto 2020 ci sono state le elezioni e fin dalla mattina in tutte le più grandi città vi era un alto numero di poliziotti e squadre antisommossa. Il caos ha avuto inizio quando Lukashenko è risultato vincitore. Alcune situazioni verificatasi il giorno in questione hanno fatto pensare che le elezioni potessero essere manipolate, come il fatto che molti seggi, dopo la chiusura delle urne, sono stati occupati dai poliziotti. Tanto che L’Ue ha ammesso “non riconosciamo i risultati delle elezioni”.



La Bielorussia scende in piazza

La Bielorussia, come Svetlana Tikhanovskaya, non si arrende. Le proteste vanno avanti da mesi, non si sono mai fermate. “Finché Lukashenko non rinuncerà al potere” sono le scritte sui cartelloni dei manifestanti. Vogliono che il presidente attualmente in carica, che in questi anni ha fatto indossare panni democratici a un approccio repressivo e aggressivo, si dimetta. Non rappresenta il popolo bielorusso.

Una protesta femminile

È una protesta che porta il volto di tante donne. Le ragioni sono forse da ricercare negli atteggiamenti misogini del presidente Lukashenko. Le donne sono stanche, vogliono inclusione sociale e partecipazione politica, per questo giocano un ruolo cruciale nelle proteste. Sono tante e non si fermano, portano fiori tra le mani e i loro volti sono pacifici, non cercano il conflitto, lottano per una Bielorussia più democratica. La polizia si scontra continuamente con i manifestanti, vi sono stati episodi di pestaggi e uccisioni.

Perché la Bielorussia non è un paese libero

In Bielorussia è attuata una forte limitazione della libertà di espressione. Centinaia di persone sono in carcere ingiustamente. Sono trattenuti perché reputati scomodi, pericolosi. La polizia, sotto il comando del presidente, attua la repressione di ogni forma di protesta. Alcuni riescono a scappare dal paese quando capiscono di essere in pericolo. Chi non riesce a fuggire in tempo, viene incarcerato o fatto sparire nel nulla.

Costretta alla fuga

Nel video fatto dopo il suo trasferimento in Lituania Svetlana Tikhanovskaya racconta che credeva di essere più forte, in realtà è solo la ragazza debole di un tempo. Ma non è debole una donna che teme per la sua vita e quella della sua famiglia. Svetlana ha infatti due figli piccoli, la sua più grande paura era che glieli portassero via. C’è tanta stanchezza sul suo volto, l’amarezza di non essere riuscita a cambiare le cose, anche se qualcosa è cambiato. Svetlana ha dato inizio al cambiamento, ha proseguito e insieme mostrato la via. Non si definisce una politica, ma in certe occasioni è il modo in cui vanno le cose che ci porta a interpretare ruoli che non ci appartengono, pur di raggiungere uno scopo. L’obiettivo di Svetlana e dei migliaia di manifestanti che tutt’oggi scendono in piazza è quello di vedere la Bielorussia libera.

Ginevra Dinami

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