Sveta Dorosheva, illustratrice ucraina trapiantata in Israele, tra le varie serie di illustrazioni -alcune destinate all’editoria-, troverete, delicate e deliziose, quelle dedicate alla sua infanzia, ricche di dettagli magici e candidi.
Sveta Dorosheva (Rehovot, Israele) è una bravissima illustratrice. Se andate a vedere sul suo blog vedrete che la maggior parte dei suoi disegni altro non sono che bozzetti e schizzi, alcuni accennati e non conclusi e tra questi invece i disegni che sono destinati a libri e al mondo dell’editoria in generale.
È la somma di lavori in progress e finiti che aiutano a comprendere quanto quest’artista sia davvero brava con il disegno. Spesso per capire la maestria del risultato finale è necessario revisionare l’idea iniziale, e gli “scarabocchi” di Sveta Dorosheva dicono molto di lei.
La serie di illustrazioni che mi ha rapito per la sua semplicità e definizione è “My Childhood“: una serie di disegni ricchi di significato e dettagli con protagonista la bambina dagli occhi grandi e pieni di vita.
Raccontare l’infanzia non è mai facile, perché è un’età insormontabilmente ricca di cose e di sensazioni perché sia sufficiente una sola via di narrazione. Sveta Dorosheva c’è riuscita caricando ogni disegno di dettagli simbolici e rappresentativi. L’ha fatto con tanta delicatezza e candore che è quasi impossibile non riconoscersi in quella stessa infanzia che sembra essere magica per tutti.
Ci sono giochi e giocattoli, biciclette, animali, amici, passeggiate e paesaggi; c’è la fervida immaginazione che con forza si fa largo nella realtà e introduce visioni magiche nella quotidianità e che fa da regista al migliore dei giochi di bimbi, che sia in solitudine o in compagnia.
Ed è tutto in bianco in nero, come vecchie foto sbiadite cariche di nostalgia, tranne che per quel dettaglio sul quale lo sguardo si deposita e rimane incantato: il tocco di rosso. Un rosso che vaga da un dettaglio all’altro e che sembra squarciare quel bianco e nero come a dire “io esisto ancora”. Come se tutto quell’incanto di infanzia non fosse mai
finito.
E chi non vorrebbe che fosse così? Che il piacere della scoperta, della novità, della magia in cui in quell’età sempre si crede, l’entusiasmo per l’apprendimento e la genuina curiosità rimangano per sempre?
Tutti vorrebbero quel tocco di rosso a conferma di un’età che ancora è viva in noi, nonostante gli impegni e le responsabilità tendano a rendere tutto bianco e nero.
La cosa curiosa e irresistibile di Sveta Dorosheva è questa: ci aiuta a rivivere la delicatezza dell’infanzia con un candore che stavolta si tinge di rosso.
Come si fa a resistere al richiamo del tempo ritrovato?
Gea Di Bella