Dal 15 settembre 2018 le principali testate trevigiane denunciano i ripetuti casi di sversamenti illeciti di prodotti inquinanti usati da aziende vinicole della zona. Nel sito del consigliere regionale Andrea Zanoni si possono trovare tutte le segnalazioni. Tra il 2012 e 2014 Zanoni è stato relatore per il Parlamento europeo della nuova direttiva UE sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Speriamo che il suo intervento possa focalizzare l’attenzione su questo problema che continua a presentarsi nonostante le denunce e i procedimenti in corso degli scorsi mesi.
Il Gazzettino di Treviso, 15 settembre 2018, “Sversamenti abusivi nel Teva indagano i carabinieri”, torrente Teva, Valdobbiadene, Santo Stefano. La Tribuna di Treviso, 21 settembre 2018, “Morìa di pesci in un corso d’acqua a Gorgo. Cantine e aziende ancora sotto accusa”. Questi sono solo alcuni esempi dell’inizio della vicenda. Più avanti si legge su Trevisotoday, 27 ottobre 2018, “Asolo, nuovo episodio di inquinamento nel Torrente Muson: già trovato il colpevole” . E ancora La Tribuna di Treviso, 31 ottobre 2018, “Liquami nel fiume. Le analisi dell’Arpav finiscono in Procura”, fiume Muson, Asolo, e così molti altri.
Il vigneto, coltura altamente impattante
«Quest’anno – accusa Zanoni – siamo di fronte a uno scenario emergenziale, dovuto anche alla sovrapproduzione frutto dei generosi finanziamenti della Regione. Gli sversamenti in fiumi e torrenti hanno provocato morie di pesci, distruzione della flora acquatica e inquinamento delle acque superficiali. Ho ancora vive negli occhi le troppe immagini che cittadini, associazioni, amministratori locali e pescatori mi hanno inviato, con vere e proprie stragi di migliaia di pesci di varie dimensioni asfissiati. Man mano che ricostruivo e mettevo in fila tutti i fatti, mi sono reso conto della gravità e diffusione di questi illeciti sanzionati penalmente. Ed è solo la punta dell’iceberg perché molte violazioni passano inosservate o peggio vengono viste e non denunciate, quindi i numeri sono certamente più alti».
La zona di Valdobbiadene, del famoso prosecco, ma non solo, è già fortemente compromessa. La viticoltura è diventata la monocoltura di questo paesaggio, distruggendo la biodiversità. Inoltre è una coltivazione che richiede un alto uso di pesticidi che poi vengono sversati nei corsi d’acqua. Con la possibilità che raggiungano anche le falde acquifere.
“Nell’interrogazione, abbiamo chiesto che, nel caso siano stati individuati i responsabili, quali provvedimenti la Regione abbia preso e se l’amministrazione regionale intenda costituirsi parte civile nei confronti di chi ha commesso reati ambientali”, continua l’esponente dei Democratici. “Così come credo che si debbano revocare tutti i cospicui incentivi e finanziamenti dati alle aziende che hanno violato la legge”. Tema caldo anche per quanto riguarda le PAC che continuano ad essere concesse a chi porta avanti un tipo di agricoltura intensiva nonostante tutte le conseguenze e i costi sull’ambiente. Ci si chiede ad esempio perché non disincentivare queste pratiche con l’aumento della tassazione o con sanzioni che possano far cambiare direzione a queste aziende.
Patrizia Puglia