Il neonazismo colpisce ancora, questa volta a Pesaro, nelle Marche: torna la svastica
Gli abitanti della città si sono svegliati con una amara sorpresa. La scuola primaria dedicata a Anna Frank è stata deturpata da ignoti durante la notte. Una svastica sul cartello con la scritta Anna Frank e il simbolo delle SS su un altro cartello. Inoltre per terra anche la scritta “Make war not love“, seguita da una svastica.
Questo ennesimo episodio che mostra come il nazismo non sia mai morto. Era soltanto dormiente, pronto a risvegliarsi in qualsiasi momento. Negli ultimi tempi infatti episodi del genere sono sempre più numerosi. Tanto che Casapound può permettersi di fare un raduno a Genova, città partigiana per antonomasia, al punto che la foto di Anna Frank con la maglia della Roma diventa uno “scherzo“. Le estreme destre stanno avanzando ovunque in Europa e certi segnali non vanno sottovalutati.
La reazione del sindaco di Pesaro
Il sindaco di Pesaro ha risposto all’atto di vandalismo con un post su Facebook:
Ignoranti e delinquenti. Siete contro la storia e l’umanità. Faremo denuncia contro ignoti e ripuliremo subito. Non vanno sottovalutati certi comportamenti di pericolosa intolleranza e nuovo estremismo. Continueremo il lavoro sulla memoria nelle scuole affinché i valori di libertà e uguaglianza siano per sempre.
Quindi non basta denunciare e ripulire tutto subito: bisogna fare in modo che episodi del genere non si ripetano più, perché i campi di sterminio creati dalla Germania nazista sono stati la peggiore piaga dell’umanità. Eppure si può ripetere: è sufficiente l’ignoranza. Basta dimenticare il proprio passato.
Perciò Primo Levi, sopravvissuto ad Auschwitz scrisse questa poesia, su cui ogni persona dovrebbe riflettere:
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e i visi amici:
considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango,
che non conosce pace,
che lotta per mezzo pane,
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna
senza capelli e senza nome,
senza più forza di ricordare,
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore,
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca
i vostri nati torcano il viso da voi.
Camilla Gaggero