Come funziona un supermercato autogestito
Un supermercato autogestito è qualcosa di assolutamente inedito nel panorama italiano. Tuttavia, in altri paesi, è una realtà oramai consolidata.
L’idea alla base di questo è semplice, ma quanto mai innovativa ed efficace. Chiunque voglia registrarsi come socio dell’attività, è chiamato a versare una quota di 125€ e garantire 3 ore mensili di aiuto alla gestione della struttura. In cambio, questi soci possono fare i propri acquisti all’interno del supermercato autogestito.
Al momento, circa 400 persone si sono registrate nello speciale elenco di titolari-clienti, ma gli ideatori di Camilla sperano che questo numero possa crescere ancora.
La struttura acquista i prodotti esposti sugli scaffali da rivenditori attentamente selezionati, la cui merce deve rispettare determinati criteri. In primo luogo, quello della sostenibilità della produzione, che non deve danneggiare l’ambiente. Oltre a suddetto requisito, gli alimenti messi in vendita devono rientrare in dati parametri di qualità e rispetto degli orari lavoro.
Origine e obiettivi
Il supermercato autogestito Camilla nasce dagli sforzi di due associazioni. La prima, chiamata Campi Aperti, riunisce i produttori biologici a km 0 di tutto il territorio felsineo. La seconda, Alchemilla, è un gruppo di acquisto solidale.
L’obiettivo principale di questa attività è quello di dare nuova linfa all’agricoltura sostenibile, preferendo questa alla produzione alimentare industriale.
L’emporio Camilla vuole perseguire questo scopo tramite filiere di cibo trasparenti e brevi, dove le logiche capitaliste sono meno importanti di quelle del mangiar sano.
Per quanto riguarda i prezzi, la merce in vendita ha degli importi bassi, dovendo coprire solo i costi di gestione. Se il numero di soci dovesse aumentare, di conseguenza, i prezzi caleranno ancora.
Il progetto era stato annunciato come work-in-progress già nel 2017 da Alchemilla, che aveva lanciato in seguito una campagna di pre-adesione durata sino al giugno 2018.
Precedenti internazionali
Il primo supermercato autogestito è stato fondato a New York negli anni ’70. La cooperativa di Park Slope, in quarant’anni di attività, ha visto il suo numero di soci aumentare fino a 17mila persone. Tramite il lavoro di squadra, quest’attività è riuscita ad affermare i suoi principi di sano e sostenibile in un mercato altamente competitivo come quello americano.
Oltre Park Slope, sono presenti supermercati autogestiti anche in Europa, come il belga Bees Coop, a Bruxelles, e il francese La Louve.
In un’epoca di grandi sfide ambientali, l’agricoltura sostenibile può rivelarsi uno strumento molto utile. Che sia questa la strada da intraprendere?
Stefano Mincione