I brillamenti sono delle violente eruzioni di materia dalla fotosfera di una stella (sono anche detti eruzioni solari o stellari infatti), i brillamenti sprigionano un’energia equivalente a varie decine di milioni di bombe atomiche, ma esistono dei brillamenti molto più imponenti per cui si parla di superbrillamenti che sprigionano un’energia che può essere un milione di volte superiore a quella di un normale brillamento. Questi fenomeni sono così intensi che siamo in grado di osservarli da molti anni luce di distanza, finora gli scienziati ritenevano che fossimo abbastanza al sicuro perché i superbrillamenti sarebbero fenomeni che occorrono in stelle giovani e molto attive, in sintesi per via del fatto che ruotano su se stesse molto velocemente.
Ora una ricerca proveniente dall’Università del Colorado a Boulder smentisce questa convinzione, nelle stelle giovani i superbrillamenti sono di certo più frequenti, ma in stelle vecchie come il nostro Sole possono ancora accadere con frequenze di poche migliaia di anni. Yuta Notsu ricercatore e primo autore della ricerca e il suo team hanno esaminato i dati di 43 superbrillamenti provenienti da stelle di grandezza simile al nostro Sole e il risultato è stato, appunto, che l’età conta ma che vecchiette di quattro miliardi e mezzo di anni come il nostro astro non sono esenti dal fenomeno. La ricerca è stata pubblicata su The Astrophysical Journal, Va bene migliaia di anni sono pochi su scala universale ma non su scala umana, quanto è concreto il rischio? Secondo le analisi statistiche effettuate c’è qualche possibilità che il prossimo superbrillamento solare (perché questi ricercatori sono convinti che non sia una questione di se ci sarà ma quando) possa avvenire molto prima magari un centinaio d’anni.
Quali i rischi? Un superbrillamento non brucerebbe la Terra come un fiammifero, in alcuni scenari più catastrofici, specie in caso di fenomeni eccezionali ripetuti a breve distanza di tempo (ma abbiamo visto che nel caso di un astro vecchio come il nostro questo non dovrebbe accadere) c’è la possibilità della distruzione dello stato di ozono, che vorrebbe dire estinzione della vita sulla Terra per via delle radiazioni. In realtà però a detta degli scienziati autori della ricerca è probabile che superbrillamenti ci siano già stati e che se fossero occorsi mille anni fa tutto quello che avranno provocato sarà stato spettacolari aurore visibili fino a latitudini insolite, diverso il discorso per noi, la tecnologia a cui ci affidiamo ogni giorno è estremamente vulnerabile, dunque la ricerca è una chiamata alle armi per trovare un modo per difendere sia i nostri satelliti in orbita che i nostri sistemi a Terra o ci potremmo trovare ciechi e sordi da un giorno all’altro.
Roberto Todini