Il teatro politico statunitense è stato dominato da un evento cruciale: il Super Tuesday. Questo momento politico che consiste nelle primarie USA ha fornito un quadro prezioso sulla direzione che potrebbe prendere la corsa presidenziale del 2024. I candidati principali del momento sono Donald Trump e Joe Biden, che hanno entrambi la propria roccaforte in uno degli Stati Uniti d’America.
Dal consolidamento del sostegno di Trump nella base repubblicana al sorprendente risultato di Nikki Haley nel Vermont, passando per la vittoria prevedibile di Biden nei ranghi democratici, la sfida è ancora aperta. Intanto, i sondaggi suggeriscono una competizione sempre più serrata del previsto e un’elettorato che sembra incline a esprimere il proprio dissenso in modi inaspettati. Mentre tutto è in continua evoluzione e le aspettative di vittoria sono ancora molto incerte e imparziali – del resto, si dovrà aspettare fino al prossimo novembre -, i due candidati continuano a concentrarsi e consolidare il proprio sostegno su temi cruciali che determinano la loro proposta elettorale.
Il Super Tuesday del 2024 si rivela un capitolo fondamentale nella storia delle primarie statunitensi con un’analisi approfondita delle dinamiche di gioco nella corsa presidenziale, anticipando quelli che possono essere dei mesi pieni di cambiamenti.
Il super Tuesday e i risultati che ridefiniscono la corsa presidenziale
Negli Stati Uniti, l’attesa giornata del Super Tuesday ha offerto spunti fondamentali nella corsa alle primarie, coinvolgendo la maggioranza degli elettori. Sebbene i dati ufficiali siano ancora in attesa di conferma, i primi riscontri delineano un’immagine che gli analisti avevano previsto, aprendo la strada a un nuovo scontro tra Biden e Trump. Il giorno delle primarie USA si è svolto poche ore fa, coinvolgendo 15 stati americani: è questo un giorno importante, in quanto data di inizio definitivo dello scontro tra i candidati a Presidente degli USA.
In realtà questo Super Tuesday, almeno per quest’anno, è un giorno importante ma solo per consuetudine. I candidati e le loro proposte si conoscono infatti già da tempo: sono mesi ormai che gli elettori e, in generale, il popolo statunitense sa bene che Donald Trump e Joe Biden sono i due favoriti per le primarie USA.
Gli atteggiamenti dei due candidati sono stati diversi però: dapprima, un Joe Biden senza rivali e inaspettatamente l’unico a salire sul trono presidenziale; Donald Trump invece è in continua lotta contro la governatrice Nikki Haley, che continua a fare campagna elettorale nei posti abbandonati dal partito repubblicano, come il Texas.
La vittoria inarrestabile di Trump
Mentre è evidente la difficoltà di Biden nel trovare sostegno elettorale, i dati dei sondaggi indicano come ci siano i primi segnali che indicano che Donald Trump ha conquistato la vittoria in tutti i 15 Stati, tranne le Samoa americane. La sua affermazione in questa fase delle primarie lo posiziona saldamente come favorito, sottolineando il consolidato sostegno nella base repubblicana.
Intanto, insieme alle “buone” nuove per Trump nel Super Tuesday, è arrivata anche la decisione finale della Corte suprema statunitense – l’organo giudiziario federale degli USA – riguardo alla candidatura in Colorado: Trump potrà candidarsi e viene a tutti gli effetti considerato eleggibile. La recente decisione della Corte suprema statunitense consente a Trump di partecipare alle elezioni primarie in Colorado, ma non risolve le questioni legali che lo circondano. L’ex presidente affronta 91 capi d’accusa in quattro processi, mantenendo un’ombra di incertezza sulla sua idoneità.
La potenziale vittoria di Trump nel Super Tuesday è data anche dalla scarsa approvazione che il partito dei Democratici sta ricevendo dagli americani. Alcuni sostenitori infatti hanno organizzato una protesta attraverso le schede bianche – è avvenuto in Michigan, Colorado, North Carolina, California – proprio per sottolineare quanto distaccamento ci sia tra la politica reale e di vera necessità e quella portata avanti da Biden. La preoccupazione è rivolta sopratutto alle attitudini e le politiche estere di Biden rispetto alla crisi umanitaria a Gaza e il genocidio in corso, oltre che all’aperto sostegno – con finte critiche – allo Stato sionista di Israele.
Biden, secondo i sondaggi, ha un consenso sempre più in decrescita: sarebbe infatti in svantaggio in sette degli Stati non-roccaforti, quindi ancora imparziali. A livello nazionale, Biden corre per le primarie USA con un 43% contro il 45% di Donald Trump. I Democratici, nonostante la vittoria scontata di Biden, devono affrontare sfide impreviste. I sondaggi indicano uno svantaggio in diversi Stati cruciali, sollevando interrogativi sulla forza della candidatura di Biden e la necessità di consolidare il sostegno tra gli elettori indecisi.
Haley resiste nel Vermont
Mentre Trump festeggia la sua serata del Super Tuesday, l’attenzione si sposta sulla sua rivale più vicina, Nikki Haley. La ex ambasciatrice alle Nazioni Unite ha prevalso solo nel Vermont, mantenendo un margine esiguo, ma sufficiente a mantenere vive le speranze di coloro che sono contrari alla candidatura di Trump. Il suo zoccolo duro sono gli elettori liberali e quelli moderati, ma alcuni stati sono sempre più in bilico e insicuri che quello di Haley sia il nome giusto da inserire nelle urne.
La candidata continua però a fare campagna elettorale, senza mai arrendersi, e sostenendo l’unità dei democratici nella battaglia contro Trump. “L’unità per il successo per rendere l’America migliore” ha sostenuto in uno dei discorsi.
Il silenzio di Haley la sera del Super Tuesday alimenta le speculazioni su un possibile ritiro dalla corsa. Mentre il suo team sostiene che molti elettori repubblicani sono contrari a Trump, la situazione rimane fluida, e l’ex ambasciatrice potrebbe prendere decisioni cruciali nelle prossime settimane. Sarebbe questo però un gesto abbastanza problematico, anche perché la stessa candidata sa di aver raggiunto e conquistato un bottino notevole di voti che si aggira attorno al 20% – anche in North Carolina – e arrivando al 40% in Massachusetts.
Le strategie di Trump e Biden durante il Super Tuesday
Per il Partito Democratico, l’attuale presidente Biden ha dominato le primarie, tranne in un episodio sorprendente nelle Samoa Americane, dove è stato sconfitto da un imprenditore del Maryland. Biden ha riaffermato la sua posizione, dichiarando che Trump “vuole distruggere la nostra democrazia”.
Dal canto suo, e nonostante tutte le questioni legali nelle quali è coinvolto, Trump ha vinto quasi tutte le primarie repubblicane dal 15 gennaio. Il suo team mira a proclamare la vittoria “al più tardi il 19 marzo”, dopo le votazioni in Georgia e in Florida, consolidando la sua posizione di fronte a una possibile sfida.
La nuova fase delle primarie USA: cosa aspettarsi?
Con il Super Tuesday alle spalle, la campagna elettorale entra in una nuova fase. Entrambi i candidati hanno mobilitato la loro base elettorale, ritraendo il leader avversario come una minaccia. Biden si concentra sui temi della democrazia e delle libertà personali, mentre Trump attacca sulla base dell’età avanzata di Biden e la gestione dell’emergenza migratoria.
Questo momento critico della corsa presidenziale promette ancora sorprese e rivoluzioni nei prossimi mesi, mentre gli Stati Uniti si preparano per le elezioni di novembre. Intanto, gli elettori e il generale popolo statunitense ha sempre più in mano e sulla coscienza i problemi ambientali, sociali, economici e razziali che affliggono gli USA nelle politiche governative – che in passato e nel presente sono responsabilità tanto dei repubblicani quanto dei democratici.
L’ultimo Super Tuesday e le primarie USA che si svilupperanno da oggi fino al prossimo novembre hanno segnalato l’emergenza di una situazione in bilico, in cui donne, persone migranti, persone con disabilità e persone i cui diritti sono ogni giorno lesi vogliono alzare la voce contro ogni forma di repressione e limitazione politica.