Il presidente della Cina ha giurato di “ridimensionare i redditi eccessivi” in un avvertimento ai super ricchi del paese. Lo stato prevede di ridistribuire la ricchezza per affrontare la crescente disuguaglianza in un paese sempre più ricco.
I super ricchi della Cina hanno guadagnato la cifra record di 1,5 trilioni di dollari nel 2020, più degli ultimi cinque anni messi insieme. La causa sembra essere stata il boom di e-commerce e videogiochi durante i periodi di lockdown.
Ad agosto, altre 257 persone sono entrate nel club dei miliardari della seconda economia più grande del mondo. Il paese ha ora un totale di 878 miliardari, circa 200 in più degli USA. La disuguaglianza di reddito in Cina è aumentata costantemente negli ultimi decenni.
Il 10% più ricco della popolazione ha guadagnato il 41% del reddito nazionale nel 2015, nel 1978 guadagnava solo il 27%. La metà della popolazione più povera ha visto, invece, scendere la sua quota di reddito nazionale dal 27% nel 78’ a circa il 15%.
Mentre gli standard di vita sono aumentati drammaticamente in Cina, il coefficiente Gini del paese, una misura della disuguaglianza, è aumentato. Il coefficiente è passato da 59,9 nel 2000 a 70,4 nel 2020, rendendo la Cina una delle economie più disuguali del mondo, secondo Credit Suisse.
Le notizie riguardo la distribuzione della ricchezza in Cina non sono, però, tutte negative. Alla fine del 2020, la Cina ha raggiunto l’obiettivo di eliminare la povertà estrema. I 98,99 milioni di persone nelle zone rurali che vivevano al di sotto dell’attuale soglia di povertà sono ora passate a migliori condizioni di vita. La Cina, quindi, ha eliminato la povertà in intere regioni e ha raggiunto la “missione impossibile” di molti paesi socialisti.
Super ricchi nel mirino del presidente Xi
Al presidente cinese Xi Jinping sconfiggere la povertà estrema non basta, vuole una maggiore redistribuzione delle ricchezze. Secondo i media statali, Xi Jinping avrebbe affrontato il tema in una riunione della commissione per gli affari economici e finanziari del PCC questo martedì.
il governo dovrebbe “regolare i redditi eccessivamente alti e incoraggiare i gruppi ad alto reddito e le imprese a restituire di più alla società”.
Xi ha persino invocato la necessità di una “prosperità comune” tra il popolo cinese come critica per il Partito per mantenere il potere. L’obiettivo è sempre trasformare il paese in una nazione “pienamente sviluppata, ricca e potente” entro il 2049, il 100° anniversario della Repubblica Popolare Cinese.
Il più grande cambiamento potrebbe essere l’attuazione di una controversa tassa sulla proprietà, a lungo rimandata. Il settore immobiliare contribuisce per il 70% al divario di ricchezza della Cina, ha notato Li Shi, un esperto di distribuzione del reddito.
Una tassa potrebbe avere tre benefici: raffreddare la speculazione che rende la proprietà finanziariamente onerosa per la gente comune; mettere appartamenti vuoti nel mercato degli affitti; ed estrarre contributi da coloro la cui ricchezza è concentrata negli appartamenti.
Un problema non solo cinese
La disuguaglianza nella distribuzione delle ricchezze è aumentata quasi per tutti durante la pandemia: i ricchi hanno guadagnato ed i poveri hanno pagato il prezzo. Il coefficiente di Gini (fortunatamente molto più basso di quello cinese) è aumentato di 4 punti in Italia.
L’Italia, però, costituisce comunque solo una piccola parte della situazione globale. L’1% più ricco del mondo, quelli con più di 1 milione di dollari, possiede il 43,4% della ricchezza mondiale. Il 53,6% della popolazione mondiale, invece, detiene solo l’1,4% della ricchezza globale.
La politica di ridistribuzione della ricchezza cinese va considerata come una politica di un paese socialista o come una risposta ad un fenomeno globale? I paesi occidentali dovrebbero proseguire il percorso di riflessione sui loro super ricchi e sulla struttura della nostra società.
Francesco Maria Trinchese