Sul Mare, spazio simbolico della nostra cultura
Sul mare la nostra cultura ha posto per millenni propri simbolismi e concetti. Da sempre stato luogo fondamentale nel rapporto uomo-natura, ciò ne ha determinato la presenza diffusa nella letteratura, nei dipinti. Ha trovato posto come ambientazione significante, finanche come vedremo a ritagliarsi il ruolo di vero e proprio protagonista. Uno su tutti nell’antichità, rimasto nell’immaginario e nella lingua italiana per la sua concettuale forza evocativa, il Mare Nostrum dei Romani, prima il Tirreno e poi l’intero Mediterraneo; tale denominazione proclamava emblematicamente la potenza orgogliosa, il senso di unione sotto un unico governo di spazi che si estendono a perdita d’occhio. Ciò è stato ottenuto caratterizzando in tal senso l’elemento naturale della Terra su cui viviamo quanto più rappresentativo di un’espansione al di fuori di ogni scala di misura.
La contemplazione del mare in Friedrich
Del tutto diversa la concezione della stessa estensione dell’acqua in un pittore come Caspar David Friedrich. Siamo ormai nel diciannovesimo secolo, e nelle sue opere distese di liquido impenetrabile si incontrano all’orizzonte con un ampio cielo con il quale condividono a specchio le tonalità atmosferiche. Così accordati, definiscono nel loro insieme uno spazio simbolico, dal quale emana un forte senso di necessità contemplativa alla presenza di significati profondi. Quest’ultimi si possono cogliere e intuire, ma allo stesso tempo restano incontrollabili e sovrastanti l’individuale forza umana proprio perché intrinsechi di una natura che ci circonda e sovrasta.
Luogo di incontri spirituali
In opere come “Luna nascente sul mare” o le “Tre età dell’uomo”, sui lembi di terra che sporgono da un esile primo piano, semplice trampolino spirituale di fronte la liquida profondità, prendono posto delle figure umane. Non sono mai viste nella completezza dei propri caratteri fisiognomici che le caratterizzerebbero individualmente; così restano dotate sempre di una carica tipologica e simbolica, e nel loro affrontare questi mari accompagnano lo spettatore a imitarne la posizione e disposizione d’animo. Questo senso di incontro con l’infinita grandezza del mondo, e il suo fluire impermeabile all’azione umana, è talmente intrinseco nel termine mare che Friedrich può caratterizzare con lo stessa definizione anche un diverso elemento atmosferico dotato del medesimo ruolo figurativo: il suo mare di nebbia. Di fronte ad esso il viandante si ferma dal suo continuo peregrinare poiché ha raggiunto uno di quegli incontri spirituali che muovono il suo percorso.
Sul mare, l’orizzontale di Mondrian
Poco meno di un secolo dopo, un altro artista fondamentale per la storia dell’arte occidentale ha fatto del mare un tema cardine della propria ricerca pittorica. Piet Mondrian, infatti, si è confrontato con le acque del nord tanto legate alla vita della sua Olanda. Siamo nei delicati anni che lo porteranno a divenire uno dei pionieri dell’astrattismo pittorico; il suo “Mare”, del 1912, mostra come l’artista olandese stia trovando in esso l’archetipo dell’orizzontale, per lui contrapposto e complementare alla linea verticale degli alberi che compongono le foreste. Orizzontale collegata al femminile, come la verticale invece è congiunta al maschile. Coppie antitetiche e complementari che continuamente l’artista deve confrontare e far incontrare per raggiungere l’equilibrio come obiettivo della propria arte. Esse si incrociano esemplificativamente sulla superficie pittorica delle tele di un’altra serie sullo stesso tema: “Molo e oceano”, a cavallo della metà degli anni ’10.
Riunire il mondo nell’armonia universale
Un mare che possiamo vedere dalla costa nella sua spettacolare espansione, che va oltre la nostra visione in grado di catturarne una porzione infinitesimale. Ma con Mondrian può essere ora ricondotto all’interno di un sistema del tutto umano, con la strumentazione fornita dall’arte. Un tentativo di intellettualizzare, di venire figurativamente a capo del mondo, nella ricerca dell’armonia universale in cui Mondrian crede e a cui concretamente punta con le proprie opere. Quest’ultime sono sempre più caratterizzate dalla risoluzione del soggetto particolare in un impianto astratto; ciò lo porterà a fondare il Neoplasticismo, corrente alla quale parteciperà con quei quadri composti esclusivamente da piani di colori primari e linee che lo hanno definitivamente consacrato al mondo.
Giacomo Tiscione