Porta Susa, Torino. Appena tre giorni fa, ovvero il 4 aprile 2018, si svolgeva in questa stazione la tragedia di Beatrice. La ragazzina, appena 15enne, è caduta sul binario ed è stata travolta ed uccisa dal treno regionale delle 7.05 per Vercelli. Inizialmente si era pensato ad un incidente, qualcuno aveva ipotizzato che lo zaino di Beatrice si fosse agganciato malauguratamente al treno. Ma man mano che le indagini proseguivano, è emersa un’altra realtà che farebbe pensare (il condizionale è ancora d’obbligo) al suicidio.
L’Addio prima di essere uccisa dal treno
Sembra, infatti, che la giovane soffrisse molto il fatto di avere qualche chilo di troppo, di non essere magra insomma. Il suo diario raccoglie tutta la tristezza di questa giovane che non si sentiva all’altezza della società. Provava a reagire, Beatrice, definendosi, con ironia “non magra”, come riferisce il dirigente scolastico della scuola che frequentava. Forse provava a farsi scivolare addosso le cose, ma il peso non tanto del suo corpo della sua inadeguatezza è diventato insostenibile. Così, nell’ultima pagina del diario, Beatrice scrive semplicemente Addio, ai suoi genitori.
L’odio del web: commenti crudeli e risate senza pietà
Questa triste storia, di una 15enne probabile suicida sotto un treno per qualche chilo di troppo, dovrebbe far riflettere già così. Ma, come se non bastasse il web, ancora una volta, ha dimostrato tutta la sua crudeltà, che, a mio parere, scorre sul limite della denuncia. Su alcune pagine sono apparsi commenti di questo tenore: «Non sapevo che farsi mettere sotto da un treno fosse un metodo rapido di dimagrimento» o ancora «Lei voleva solo farsi assottigliare dall’impatto». «I ciccioni preferiscono morire che dimagrire». Senza pietà per la morte di una 15enne depressa e sola, che scriveva solo pochi giorni fa sul suo diario: sono troppo grassa. Si presume che molti di questi commenti siano stati scritti proprio da minorenni, coetanei e forse conoscenti della vittima. Per questo il Moige, in una lunga nota pubblica ha lanciato un appello al nuovo parlamento:
Siamo sconvolti e indignati perché è inaccettabile che ai minori venga consentito di accedere ai social, firmando dei veri contratti, senza alcun consenso da parte dei genitori. Per questo chiediamo al nuovo Parlamento di sostenere da subito la nostra proposta, presentata oggi all’Autorità Garante per l’infanzia, che prevede un espresso consenso dei genitori per l’iscrizione ai social dei propri figli. È inaccettabile che sui social network non ci sia alcun filtro vero ed efficace contro la violenza e il cyber bullismo ed è ancora più grave che si consenta l’iscrizione ai social anche ai minori dai 13 anni in su, senza il consenso formale dei genitori ed in piena violazione delle norme italiane a tutela dei minori, che vietano loro di sottoscrivere contratti
Non tutti ma troppi
Non tutti sono così. Fortunatamente i suoi amici e compagni di classe stanno dimostrando molta solidarietà e sensibilità per la vicenda di Beatrice. Come la sua amica Nadia, che, stando a quanto riportato su La Repubblica, aveva tentato di aiutarla più volte, sorprendendola in atti di autolesionismo come tagliuzzarsi con una chiave. Non tutti, dicevamo, sono crudeli come chi non ha avuto remore nell’insultare Beatrice. Ma sono ancora troppi. Il web e i social, che dovrebbero essere strumento di comunicazione e innovazione, stanno diventando una grande latrina dove i più sfogano le loro frustrazioni, perversioni e spalmano la loro ignoranza. Contro i più deboli.
Perché i leoni da tastiera sono vigliacchi. E impuniti.
Marta Migliardi